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- Certo che posso, e vi sbalordirò entrambe. Lasciate solo che | Favole della buonanotte

- Certo che posso, e vi sbalordirò entrambe. Lasciate solo che mi metta all’opera.- pronunciate queste ultime parole, Morfea estrasse dalla tasca la sua bacchetta magica ed incominciò a creare l’abito per Eloisa – Scelgo la stoffa ricamata con la scia delle stelle comete, la stoffa che brilla della luce degli astri. Per tagliarla useremo forbici di tulipano e cristalli di luna, mentre per cucirla … per cucirla utilizzerò aghi di pino e fili di corallo marino. – Morfea faceva roteare nell’aria la stoffa, gli aghi e i fili – Ancora un ultimo tocco, ed eccolo qua! Il tuo abito è pronto: allora Eloisa, che cosa ne pensi?

La ragazzina spalancò la bocca ed esclamò:- Ma è un capolavoro!

- Modestamente, - le disse Morfea – le mie creazioni sono il meglio del meglio che c’è sulla piazza, altro che i vestiti di quegli stilisti mezzi matti che vedi sulle riviste di moda!

- Zelinda, Morfea, non so proprio come ringraziarvi! – disse Eloisa raggiante di gioia – Indossando questo vestito sarò sicuramente la ragazza più corteggiata della festa, e mi divertirò un mondo. Grazie, grazie ancora.

Zelinda e Morfea si fecero l’occhiolino l’una con l’altra, salutarono Eloisa e volarono via.

L’indomani era la giornata del gran ballo; Eloisa era tutta intenta ad ammirarsi davanti allo specchio della sua camera:

- Questo si che è un bel vestito, – diceva fra sé la ragazzina– un vestito meraviglioso. Ma dove si sarà cacciato invece il vestito di mia nonna? E’ da ieri sera che non riesco più a trovarlo …

Un’ora dopo Eloisa era all’interno del castello, nel salone delle feste: salutò le sue amiche e cercò di individuare con discrezione quali fossero i ragazzi da cui avrebbe voluto essere invitata a ballare.

La musica cominciò a suonare e subito un bel giovanotto dall’aspetto simpatico le domandò se volesse concedergli il primo giro di valzer: Eloisa acconsentì volentieri. La festa ebbe inizio.

Dopo quel primo valzer si susseguirono altri cavalieri al fianco di Eloisa, e la ragazza era molto felice di avere tanti pretendenti con cui danzare.

A metà serata, mentre il divertimento proseguiva vorticoso, una compagna di classe di Eloisa le si avvicinò e le sussurrò: - Che peccato, Eloisa, hai un così bel vestito ma non hai indosso neppure un gioiello …

Eloisa si accorse solo in quel momento che tutte le altre ragazze avevano al collo collane di perle, o addirittura di diamanti, e orecchini preziosi che brillavano ancor di più sotto la luce dei lampadari.

Eloisa corse allora in balcone e, certa che nessuno la potesse udire, chiamò a gran voce:

- Zelinda! Morfea! Dove siete? Ho bisogno di aiuto!

Dopo pochi secondi le due fate si materializzarono davanti ai suoi occhi:

- E adesso qual è il problema? – le chiese Zelinda.

- Sono l’unica ragazza della festa che non indossa gioielli!

- E come mai?

- Non saprei, non ci ho mai pensato, è che li ho trovati sempre piuttosto noiosi e adatti solo alle dame della buona società, ma qui tutte le altre ragazze ne sfoggiano di preziosi e di molto costosi, che cosa posso fare per non essere da meno?

- Eloisa, - le disse Zelinda prendendo un grosso respiro – posso parlarti francamente?

- Ma certo, - rispose Eloisa – dimmi pure.

- Sei una cretina! Ti sei divertita fino a un attimo fa, senza che ti occorresse nessun gioiello al collo, e adesso vuoi ricominciare a piagnucolare solo perché non possiedi collane di diamanti? Morfea, lo specchio!

Morfea schioccò le dita e un grande specchio apparve di fronte a Eloisa:

- Ooohhh ……. – esclamò stupita la ragazzina appena vide la sua immagine riflessa – ma quello che ho indosso è il vestito cucito da mia nonna!