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Anche le lampade sospese in lunga fila sul corso erano grani s | Favole della buonanotte

Anche le lampade sospese in lunga fila sul corso erano grani su cui la notte diceva la sua preghiera. Perché non fare della propria vita una corona di grani? Quanti sacrifici di più si farebbero con lieto animo. Ora invocava la Vergine con la molteplice lode litanica: Mater creatoris, Mater Salvatoris. Madre della Verità. Guardava di nuovo negli occhi a quelli che turbinavano attorno a lui come un vortice: quanti cercavano ancora la verità con retta intenzione, con sincerità di fronte a sé stessi, con eroismo? E queste domande erano una corona ch'egli sgranava tra le dita. Non rispondeva: pregava. Si sentiva tanto serio nella preghiera e chiedeva per tutti che fosse distrutta la malinconia di ciascuno. Incontrò un impiegato, vicino di casa, e passeggiò un poco con lui. L'impiegato era un giovanotto ventottenne chiuso e un po' goffo nei suoi abiti di taglio provinciale. Si confondeva, parlando: aveva vergogna di se stesso. Egli sentì d'essere vicino ad un'anima pura e la scrutò negli occhi chiari e sereni. Gli pareva, incontrare nella folla un uomo che ha ritrovato se stesso nella purità. Ed ora erano in due a pregare parlando di cose diverse. Erano i primi due grani di una corona, le prime due pietre d'un muro. Sembrava a lui un dovere di costruire questo muro, chiudere questa corona. Era impegnato: e per cominciare, ora che capiva quale tesoro nascosto fosse quell'uomo, gli offriva la sua amicizia incondizionata. Senza tante parole: con un'occhiata franca. E sentivano che in due avrebbero potuto arginare la brutalità di tutta una folla: ognuno di loro era una voce nel coro della preghiera umana. Lo studente e l'impiegato, penetratisi in un istante ora salivano le scale in silenzio, ciascuno con le dita della mano sulla crocetta d'argento.