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101. Grani di Gianni Rodari Non era uscito con uno scopo ben | Favole della buonanotte

101. Grani di Gianni Rodari

Non era uscito con uno scopo ben definito: camminando osservava la folla. Scrutava su ogni volto i segni della sofferenza, in ogni sguardo la scintilla del desiderio, che è l'elettricità che scuote e fa progredire. Studiava l'umanità di ognuno per studiare la propria. La sua più profonda essenza era appunto questo desiderio di umanità cosciente. Cacciandosi con gesto macchinale una mano in tasca, per darsi un contegno, incontrò i grani lucidi della Corona. Sentì tra le dita la crocetta. Sorrise pensando che il miglior mezzo per ritrovare sé stessi e gli altri era pregare per ciascun uomo, saper dire con generosità affettuosa per ognuno di coloro che s'agitano e soffrono sulla terra, la parola che sulle loro labbra, spesso manca. Fu lieto di poter pregare così e si fece mentalmente la croce. Il primo mistero gaudioso: annuncio a Maria. Si vedeva intorno visi buoni e visi tristi: ognuno camminava apparentemente per un affare od un impegno, ma nel significato più profondo del suo agire c'era il desiderio ansioso di dare a sé stessi una spiegazione del proprio mondo. E s'immaginava che scendesse l'angelo ed annunciasse: «Fu concepito il Cristo, il più Uomo tra gli uomini, Colui che vi aiuterà a conoscervi». Tutti stupivano non sapendo se sorridere o adorare. Ed in quell'annuncio vibrava la parola dell'attesa e della speranza: David, i profeti, Giobbe: ed il tormento di millenni insoddisfatti che in quell'annuncio si placava. Ma era proprio necessario penetrare in sé stessi? Perché non accontentarsi della realtà esteriore? Egli era uno studente così e così, si trovava in istrada per questo e per quel motivo. Non bastava? Nel più profondo del cuore sentiva che no. E il breve dubbio rinfrancava la sua convinzione che il cuore non si accontenta del fatto e del fine immediato, ma ha i suoi fini e le sue irrazionali ragioni. E Gesù era concepito perché ogni uomo si riconoscesse in lui. Sorrideva facendo passare tra le dita i grani consunti e dal mare della città agitata e rumorosa alzava il suo pensiero a Gesù e per questo solo si sentiva superiore alla realtà, si elevava al disopra della città, la vedeva tutta commossa da brividi elettrici, in un ritmo frenetico. Secondo mistero, terzo: la gioia di Elisabetta, il grazie di Maria, l'apparire del Verbo. La sua preghiera si faceva sempre più piana: si sentiva sempre più lontano dai passanti e dai rumori del traffico. I grani scorrevano lentamente sotto le sue dita. La folla passava come una corrente davanti ai suoi occhi. Ed ogni grano un nuovo aspetto gaudioso del mistero, ogni volto un nuovo riflesso doloroso. Volti umani su cui tracciava i suoi segni crudi la lotta per la vita: e per ognuno c'era una ragione di gaudio nell'apparire del Verbo. Ogni grano, una preghiera: ogni preghiera un uomo che si sente chiamato alla gioia. Ma perché erano tutti così tristi, anzi, apparivano senza vita nello sminuire della luce e nell'allagamento dei fari elettrici? Gli pareva di essere un povero che offrisse piccoli mazzi di gioia a tutti, con la sua preghiera. Sentiva ogni istante di più il bisogno di pregare per gli uomini, la necessità che ci sia qualcuno che continuamente preghi per gli uomini: se non ci fosse questo qualcuno, come potrebbero essi sopportare il peso della loro tristezza? Ecco gli ultimi grani: Ave Maria... Ave Maria... Ave Maria...