2023-03-23 21:06:22
Le amministrazioni globali - soprattutto quella Usa - hanno reagito con grande muscolarità (e di concerto) alla crisi bancaria, iniettando liquidità nel sistema oppure promettendo di farlo alla bisogna.
Ciò ha avuto come effetto collaterale una certa perdità di credibilità da parte del dollaro a vantaggio di asset alternativi come bond, oro, altre valute Fiat e perfino valute digitali come il Bitcoin.
La causa è lo stanziamento di oltre 300 miliardi di Dollari a sostegno delle banche in difficoltà negli Usa.
Trust (fiducia) e reputation sono i due elementi su cui si basa la credibilità di una valuta Fiat e continuare a stamparne è il modo più semplice per svilirla. Da qui la debolezza del Dollar Index che si riflette anche su EurUsd.
Detto questo, la situazione delle banche non si risolverà in un giorno e potrebbe anzi portarsi dietro un fastidioso credit crunch, che a sua volta potrebbe contribuire a causare un rallentamento economico, se non addirittura innescare una recessione.
Probabilmente è per questo che iniziano a vedersi segnali di “recession trade”. Gli investitori, temendo incertezza sui mercati, tendono infatti a spostarsi verso comparti più sicuri e difensivi, che offrano maggiore stabilità.
Inoltre viene venduto il petrolio, che è una sorta di termometro del ciclo economico, e viene preferito il comparto growth tecnologico, composto di azioni più esposte al rialzo dei tassi perché più indebitate.
Questo fa pensare che gli operatori ritengano ormai prossima la fine delle politiche restrittive della Fed e intravedono un ritorno a un contesto più accomodante.
Unendo i puntini, questo è lo scenario che emerge con più evidenza. Vediamo per quanto durerà.
2.5K views18:06