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LA VALANGA È ARRIVATA. Qualche giorno fa mi ha chiamato un bra | Fabrizio Cotza

LA VALANGA È ARRIVATA.
Qualche giorno fa mi ha chiamato un bravo collega per propormi di organizzare assieme un evento incentrato sulla consapevolezza dell’imprenditore, al fine di aiutare chi è in difficoltà.
Ho rifiutato.

Non per cinismo, ma perché bisogna essere onesti nel dire le cose come stanno.
Fino a qualche anno fa un evento del genere avrebbe avuto una sua utilità, ma se dopo questi due anni hai ancora bisogno di un corso formativo per renderti conto della situazione significa che non puoi essere aiutato. Quindi l’evento servirebbe solo a noi formatori per guadagnare dalla tua partecipazione.
Il che non rientra tra i miei valori e neppure tra le mie priorità.

Come racconto spesso nei miei post, ci sono sempre 3 fasi che si succedono tra loro.
Fase 1-
Quella della pallina di neve che si stacca dalla montagna. In pochissimi la vedono o gli danno la giusta importanza, poiché tutto va ancora bene nel villaggio a valle. Questa è la fase in cui chi fa il mio lavoro dovrebbe attivarsi maggiormente per rendere consapevoli gli ignari abitanti del villaggio che tra un po’ potrebbero avere dei problemi, e che quindi dovrebbero iniziare a fare qualcosa per evitare problemi futuri.
Purtroppo non essendoci un pericolo imminente in pochi raccolgono l’appello.

Fase 2-
Quando la pallina di neve si trasforma in valanga ed è più facile avvisare le persone del pericolo imminente. Rimane poco tempo, ma qualcosa si può ancora fare per mettere in salvo qualcuno. Questa fase per quanto mi riguarda è terminata due anni fa, quando feci uno dei miei rari video in diretta, ad inizio pandemia. C’erano tutti i segnali dell’arrivo di una valanga, sebbene non sapessi COME si sarebbe manifestata.
In quella fase ho detto cosa serviva fare per prepararsi allo schianto. Qualcuno per fortuna ha accolto i miei consigli ed ha iniziato a fare un percorso per rafforzarsi.

Fase 3-
Quella attuale.
La valanga ha travolto il villaggio e adesso chi è rimasto sepolto vorrebbe essere aiutato. Qualcuno lo puoi ancora salvare, per carità, ma sarebbe assurdo dirgli “prendi consapevolezza che sei sotto ad una valanga”. Devi spalare per tirarlo fuori dalla neve, fargli un massaggio cardiaco, salvargli la pelle senza che lui sia in grado di fare qualcosa per se stesso.
Operazione complicata, pericolosa e faticosa.

In questa fase preferisco seguire coloro che mi hanno creduto quando li ho avvisati dell’imminente pericolo. Aver messo in sicurezza loro è stato il mio obiettivo primario, ed è la giusta ricompensa per chi è stato lungimirante. Ed è quello che farò nei prossimi 2-3 anni.
Le rare eccezioni saranno per coloro che in realtà avevano già iniziato autonomamente a costruire il rifugio ed ora vogliono semplicemente unirsi ad altri.
Perché sono ancora vivi e vegeti e non moribondi sotto la neve.

Mi spiace davvero dirlo, ma i giochi ormai sono fatti. Quando torneremo in fase 1, e tutti crederanno di essere tornati alla “normalità” (senza rendersi conto delle nuove palline di neve che iniziano a rotolare a valle), ecco che avrà senso riprendere a fare eventi sul risveglio della consapevolezza imprenditoriale.
Ora no. Ora è tardi.