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IL NOSTRO MOMENTO. Ci piace stare con chi la pensa come noi. È | Fabrizio Cotza

IL NOSTRO MOMENTO.
Ci piace stare con chi la pensa come noi. È normale, perché ci tranquillizza un po’, rispetto alla confusione (inevitabile) da cui siamo circondati.
Per questo togliamo l’amicizia a chi ha opinioni diverse su questioni per noi importanti e accogliamo i nuovi amici se leggiamo nelle loro bacheche che in linea di massima sono d’accordo con noi. Io l’ho fatto, lo ammetto.

Eppure le conversazioni più interessanti le ho avute, rigorosamente in privato, con chi la pensava diversamente da me. Uno di loro lavora per una multinazionale del farmaco. E più di una volta ha commentato in maniera dura o piccata i miei post. Ed io i suoi.
Però poi in privato la conversazione è sempre stata educata e a tratti persino accogliente, da parte di entrambi. Con le sue obiezioni mi ha spinto a cercare nuove fonti, e lo stesso ho fatto io con lui. Trovando un accordo? Raramente. Ma ci ha spinti a non accontentarci delle informazioni e dei pensieri che già avevamo.
Quindi le nostre posizioni non sono cambiate, ma come esseri umani, probabilmente, siamo entrambi cresciuti perché abbiamo compreso che chi la pensa diversamente non è per forza un nemico.

Diverso è chi arriva senza sapere nulla di te, a volte persino fraintendendo un post, per accusare oppure offenderti. E questo, badate bene, mi è accaduto in misura uguale con gli appartenenti ad entrambe le “fazioni”. A riprova del fatto che l’intelligenza, le buone maniere, il rispetto e la condivisione sono qualità TRASVERSALI.
Quindi non basta essere da una parte o dall’altra per appartenere ai “risvegliati”, agli amanti della “scienza” o semplicemente alla categoria dei più intelligenti e colti.

Abbiamo perciò una sola speranza: unire le persone più equilibrate e ragionevoli, a prescindere dalle loro opinioni, e chiederci in maniera netta e senza compromessi: che tipo di società stiamo contribuendo a creare? Che esempio stiamo dando ai ragazzi? Che cosa avrò lasciato io stesso, con il mio esempio, se in un momento così delicato e difficile per tutti, non avrò dimostrato di sapermi mettere nei panni altrui, urlando solo la mia paura e rabbia?

Eccolo, il momento giusto. Quello che potrebbe determinare il ricordo che avrai di te stesso quando sarai anziano, o in fin di vita.
Avrai fatto parte di coloro che hanno contribuito a trovare una soluzione che rispetti tutti, oppure avrai aderito ciecamente ad una tifoseria di urlatori decerebrati?
Ricorderai questi mesi come quelli che hanno dato una svolta positiva alla tua esistenza, o quella in cui hai semplicemente vinto o perso, tentando di schiacciare qualcun altro?

E lo dico in particolare alle donne e alle mamme, che più di chiunque altro possono mettere da parte gli aggressivi egoismi di molti maschietti, e che hanno dimostrato più volte, in passato, di ribaltare meccanismi che ormai sembravano impossibili da scalfire. Come quando hanno iniziato a rivelare i segreti di mafia, permettendo di sgominare intrecci malavitosi che andavano avanti da generazioni. Perché avevano fatto del male ai loro bambini.

Sarai tu quella mamma che metterà a rischio la propria esistenza, pur di far crollare la narrazione ipnotica in cui siamo tutti immersi? Sarai tu quella persona, insospettabile o con un ruolo di potere, che avrà il coraggio di mettere quel granello di sabbia che farà inceppare tutto il meccanismo?

È il tuo momento. È il mio momento. È il nostro momento.
Senza strategie politiche e senza leader.
Guidati solo da ciò che tutti noi, nel nostro intimo, sappiamo essere giusto. E che potrà fermare questo massacro sociale, psicologico ed emotivo.

Post scriptum:
Il tempo delle analisi è concluso. Ormai le informazioni sono ovunque e ciascuno di voi ha già fatto la propria scelta. Da adesso in poi parlerò principalmente di azioni e possibili soluzioni, condividendo con voi il lavoro che, silenziosamente, sto portando avanti con vari gruppi di amici. I confronti avuti con tutti voi fino ad oggi sono serviti per capire anche i miei errori. E probabilmente non tutto quello che proverò a condividere in futuro sarà esatto o corretto.