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IL LATO OSCURO DELLE NOTE

C’è un punto che viene spesso trascurato per quanto riguarda la gestione delle idee, degli aggregatori o delle note in generale: serve tempo per la lavorazione degli elementi inseriti.

Questo tempo è manuale, non c’è funzione o intelligenza artificiale che ci toglierà da questo compito e non importa quanto lo strumento scelto sia evoluto.

La diffusione di Roam Research, Obsidian, Notion e tanti altri sta facendo emergere il problema dell’accumulo insensato. Lo avevamo già visto con gli aggregatori come Pocket o Instapaper e pensavamo di aver fatto dei passi avanti con strumenti più completi.

Ma... se vogliamo evitare di avere un cimitero di note inutili e mai più ricercate, fissiamo nel calendario il tempo per lavorare ciò che decidiamo di conservare.

Lo spiega bene Dan Shipper che si è accorto di passare la maggior parte del tempo su Roam Research inserendo continui backlink, mentre il tempo per rivedere questi collegamenti era una minima parte.

Secondo la sua esperienza, ti accorgi che uno strumento di questa categoria non è più utile quando torni a chiederti dove mettere e conservare note/appunti/link.

Matthew Guay parte dall’idea di libertà che questi strumenti ci permettono di perseguire.

Sono felice quando trovo qualcosa >> so dove mettere la risorsa perché non voglio perderla (paura della perdita) >> ho la libertà di dimenticarmene perché lo strumento mi farà da promemoria (sicurezza nel poter dimenticare e ritrovare).

Abbiamo paura di buttare e di perdere qualcosa, quindi accumuliamo.

«Ecco perché le app di note e segnalibri sono così preziose per noi. La loro promessa di un magazzino per tutti i nostri capricci sembra la salvezza di cui abbiamo così disperatamente bisogno.»

«Proviamo a spostare una nota solo per scoprire che la nostra app preferita non sembra essere così buona come pensavamo all'inizio. Non ci sentiamo più al sicuro nel poter dimenticare. L'incantesimo è rotto; torniamo a cercare di ricordare di nuovo tutto, ora che il nostro secondo cervello si è trasformato in polvere.»

E così finiamo per dare la colpa agli strumenti.

In realtà, vogliamo solo dimenticare in sicurezza, ma questa sicurezza prima o poi si rompe se non è supportata dalla revisione costante.

«L’azione della scrittura è ciò che conta, ciò che imprime idee importanti nella nostra mente.»

Dobbiamo prenderci del tempo per rielaborare note, appunti o link. Per imprimere nella mente ciò che davvero conta.

Perché a un certo punto le idee che abbiamo vanno messe nel mondo e lo rappresenta molto bene Alex Llull con questo semplice grafico che mette a confronto l’impatto delle idee lasciate solo nella nostra mente e l’impatto delle idee che portiamo nel mondo.

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Debora Montoli
@DeboraAV

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Come migliorare l’uso di alcuni strumenti grazie alle immagini

Prendiamo delle icone esportate da Canva e le usiamo in Trello, Notion e Google Keep per migliorare l'impatto visivo. Chiudiamo con l’uso di un Power-Up di Trello che aiuta a mettere in evidenza determinate schede che corrispondono ai filtri selezionati.

1:00 Trello e le immagini come copertina

2:02 La visualizzazione a gallery di Notion

4:07 L’uso delle immagini in Google Keep

5:04 Trello e il Power-Up Schede di monitoraggio (Dashcards)
https://trello.com/power-ups/6048e897c73d032a983e2a7c/dashcards

Durata del video 8:54