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IL SENSO DELLA MISURA PER NON ODIARE IL DIGITALE

Chi lavora nel digitale sta vivendo forti momenti di stress, fino ad arrivare al bornout.

Con la pandemia, le opportunità digitali sono aumentate in modo esponenziale e, per non rischiare di perderle, le attività svolte sono aumentate di conseguenza, peggiorando serenità, ansia e attenzione. Attività attive (dei content creator) e attività passive (di chi segue corsi, webinar, eventi, ecc.).

In particolare, chi crea contenuti in modo costante può avere un sovraccarico mentale non indifferente. Non sono io a dirlo, ma iniziano ad arrivare alcune ricerche che descrivono certi stati d’animo.

Il team della piattaforma Vibely ha intervistato oltre 150 creatori di contenuti con un forte seguito sui social: oltre il 90% delle persone coinvolte ha dovuto affrontare il burnout e il 71% ha pensato di abbandonare i social.

Lo scorso giugno, il New York Times ha portato all’attenzione quello che stanno vivendo i giovani creatori di TikTok.

CNN Business ha pubblicato un articolo sul burnout dei creator prima della pandemia.

Nel grafico che ti riporto, puoi vedere i risultati della ricerca di Vibely e, tra le cause che portano al bornout, troviamo l’algoritmo, guadagnarsi da vivere e la sensazione di essere sulla ruota del criceto.

Sono stati registrati oltre 50 milioni di creator (tra questi, 2 milioni di persone riescono a mantenersi con i contenuti creati). Dati in continuo aumento.

È in aumento anche il numero di persone spaventate dall’idea di dover creare un nuovo contenuto appena finito il precedente, Persone che hanno l’ansia di dover pubblicare subito qualcosa e si ritrovano di notte a editare un video o un audio. Un processo, più o meno lungo, che porta a odiare tutto ciò che si amava fare.

La frase: «Se rallenti, potresti scomparire», di Olga Kay, porta con sé tutte le problematiche riscontrate.

Se ti interessa l’argomento, ti lascio questo Ted Talk (in inglese) di Tara McMullin, scrittrice, imprenditrice e founder di What Works. Un bellissimo intervento che riporta anche la pressione nel continuo creare, creare, creare:
https://www.ted.com/talks/tara_mcmullin_feeling_pressure_to_produce_find_relief_in_the_remarkable

L’alternativa non è smettere di avere a che fare con il digitale, ma imparare a gestire certe situazioni con un forte senso della misura condito da disciplina, gestione del tempo e collaborazione.

Il post di oggi è già fin troppo lungo e l’argomento meriterebbe molto più spazio. Nelle prossime puntate vedremo la differenza tra la gestione della conoscenza personale e la gestione della conoscenza collettiva affinché ci aiutino a fermare la pressione del digitale.

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Debora Montoli
@DeboraAV

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