2022-02-02 15:46:53
LA NOSTRA PROPOSTA: ANAGRAFE DEL RISCHIO E ADOZIONE SOCIALE
In Campania il tasso di disoccupazione è pari al 18,2% e al 25,3%, rispettivamente per uomini e donne. La provincia di Napoli, si conferma nel 2019 come l’area a più bassa incidenza di occupati, sia tra gli uomini (48,0%) che tra le donne (24,8%).
La Campania, non è “a misura di bambino”, ma ancor meno “a misura di bambine” secondo l’Atlante dell’infanzia a rischio “Con gli occhi delle bambine” diffuso nel 2020 da Save the Children. In Italia, circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni nel 2020 si sono trovate nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro.
Un limbo in cui in Campania è intrappolato il 35,8% delle giovani neet, contro il 32,9% dei coetanei maschi.
Probabilmente questo dato dipende anche da una formazione carente nei primi anni di vita.
La presenza di servizi per l’infanzia è fondamentale per assicurare il benessere ai bambini e la possibilità per le donne di lavorare. Nel 2011 a Napoli c’erano solo 37 nidi, oggi sono raddoppiati: 76 servizi pubblici tra nidi, micro nidi e sezione Primavera.
Il lavoro fatto in questi anni è stato di aumentare i nidi comunali a gestione diretta che oggi sono 50 e attivarne altri a gestione indiretta, realizzati usando le risorse europee e tutte le fonti di finanziamento.
Negli ultimi 10 anni, grazie al lavoro dell’amministrazione, coordinato dall’assessora Annamaria Palmieri, si è lavorato per la fascia 0-6 sempre penalizzata al Sud mantenendo anche costanti e basse le tariffe rispetto al resto d'Italia, così se la media dei bambini che possono usufruire di servizi per la prima infanzia in Campania è inferiore al 3%, a Napoli siamo oltre l'8%, percentuale chiaramente ancora insufficiente.
Eppure è stato compiuto uno sforzo per reperire i fondi perché scontiamo la norma ingiusta secondo la quale i fondi per l’infanzia vengono allocati non in base al fabbisogno dei bambini presenti nel comune, ma i comuni che già partivano avvantaggiati negli anni precedenti per il criterio della cosiddetta "spesa storica".
Paradossalmente, in base a tale criterio, nonostante la Campania sia la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per numero di bambini, è quella con meno nidi in percentuale.
LA PROPOSTA UNA ANAGRAFE DEL RISCHIO E L’ADOZIONE SOCIALE
E’ scientificamente provato che i primi anni di vita dei bambini siano fondamentali per il loro sviluppo, ma non tutti i bambini nascono in famiglie in grado di assicurare loro il nutrimento culturale e affettivo necessario.
Talvolta mancano le possibilità economiche, talvolta le competenze genitoriali, talvolta gli strumenti culturali, in casi più gravi di famiglie coinvolte e protagoniste di dinamiche criminali manca un indirizzo morale e i bambini e le bambine possono essere instradati su vie sbagliate fin dall’infanzia.
D’altra parte è provato che incontrare sulla propria strada buoni maestri e maestre e opportunità positive di crescita può cambiare destini già segnati.
E’ compito dello Stato e nella fattispecie di un sindaco, mettere in campo tutte le risorse necessarie affinché i bambini e le bambine abbiano gli stessi diritti, risorse e opportunità fin alla nascita.
Si tratta di un obiettivo complesso, ma fondamentale da realizzare in una città come Napoli nella quale una famiglia su 4 è povera, c’è un’altissima disoccupazione femminile e le disparità di genere sono ancora molto accentuate.
Occuparsi dei bambini e delle bambine significa prendersi cura contemporaneamente dei genitori e della società intera di oggi e di domani.
Genitori più formati, consapevoli, e indipendenti sono in grado di crescere in modo più equilibrato i figli. Inoltre là dove sono assicurati i servizi per la prima infanzia le donne hanno più opportunità di formarsi e di lavorare, quindi di essere libere e indipendenti e non cadere nel giogo del ricatto economico e della violenza.
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