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Per aver ricordato che all'inizio della campagna vaccinale si | Giorgio Bianchi Photojournalist

Per aver ricordato che all'inizio della campagna vaccinale si registrarono molti effetti avversi nella categoria degli insegnanti (ad essi era stata riservata una dose di Astrazeneca) , mi sono preso le reprimende di un nostalgico della narrazione covidista. Non gliene voglio . Ogni guerra produce dei soldati zelanti che continuano a montare la guardia nella loro trincea anche dopo la firma del trattato di pace. Nessuna meraviglia se anche in questo caso (l'emergenza pandemica è stata a tutti gli effetti considerata una guerra) è successo lo stesso. Tanto più che a mettere fine alla questione ci ha pensato la stessa casa produttrice del sopranominato vaccino. E' notizia di ieri che Astrazeneca è stato ritirato dal commercio perchè può provocare dei trombi.I luminari della medicina ci spiegano, naturalmente, che chi è stato inoculato non corre alcun rischio. Resta il fatto che il prodotto è stato ritirato dal mercato.
Per la verità, dai pochi dati a disposizione, tutto lascia pensare che i vaccini delle altre marche generino effetti simili, se non peggiori. Essi però, essendo prodotti da aziende americane, godono di una maggiore copertura politica e quindi possono continuare a circolare tranquillamente.
Bisogna poi ammettere che è molto difficile, a questo punto, capire nei dettagli cosa sia veramente successo. Sappiamo, per esempio, che c'è stato un aumento delle morti improvvise, ma non siamo in grado di dire quante siano realmente legate alla vaccinazione e quante siano dovute a cause naturali. Il livello della mistificazione e della censura è stato tale da aver intorbidato, forse per sempre, le acque. Quei pochi scienziati che si sono comportati come tali e che hanno cercato di vederci chiaro, si sono trovati di fronte ad ostacoli di ogni tipo, mettendo a rischio il loro buon nome e la carriera. Ora siamo tutti costretti a basarci sulle impressioni.
Una cosa è comunque sicura. La comunità scientifica ne esce completamente screditata.
Medici illustri hanno per mesi esaltato dei prodotti di cui ignoravano gli effetti. Hanno rassicurato il pubblico anche dopo il manifestarsi di casi che, quanto meno, avrebbero dovuto indurre ad una maggiore prudenza. Hanno raccomandato dei farmaci potenzialmente mortali. Hanno impunemente trasgredito ad uno dei capisaldi del giuramento di Ippocrate: primum non nocere (per prima cosa non procurare danno).
Sul piano etico non c'è alcuna differenza tra una Vanna Marchi che esaltava le proprietà della pillola mangiapancia e un Roberto Burioni che decantava le virtù taumaturgiche di un vaccino sperimentale . La morte di Camilla Canepa e di altri ragazzi sotto i venti anni (parlo solo dei casi in cui il rapporto di causa ed effetto è stato troppo evidente per essere disconosciuto) grava anche sulla sua coscienza.
Questa triste vicenda ci fa comprendere come la cosiddetta "scienza", per la quale si è richiesto un nuovo atta di fede, abbia poco a che fare con il desiderio di conoscere e con la volontà di far del bene al prossimo; abbia invece molto a che fare con gli interessi economici di chi la finanzia e con la vanità personale degli scienziati.