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Tutti sanno – o dovrebbero sapere – quel che la Volpe confida | EreticaMente

Tutti sanno – o dovrebbero sapere – quel che la Volpe confida al Piccolo Principe: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». Saint-Exupéry riprende una mistica ovvietà, in cui s’intrecciano intuizione, ragioni del cuore ecc. Segreto che l’uomo possiede nascendo e poi dimentica.

Volgendoci al semplice, ci priviamo del soccorso della logica e delle nostre conoscenze, le quali han qualche utilità solo quando ci occupiamo di questioni complesse. La semplicità ci conduce nello spazio della pura percezione o dell’intuizione diretta. Le parole diventano descrizione obiettiva di un fatto – piove … l’erba è verde … ho sonno ecc. – e non sembrano neppure aver dignità di argomento.
Si pensi a quei maestri zen che alle domande metafisiche rispondevano: “il pruno selvatico è in fiore”, “le oche stanno volando verso sud” o frasi simili. Per i dotti missionari, avvezzi alle diatribe teologiche, erano vaneggiamenti di vecchi ignoranti, col cervello intorpidito dal nirvana. In quelle teste rasate non potevano certo entrare nozioni complesse come trinità, resurrezione, transustanziazione ecc.

Non riusciamo più a vedere il semplice, l’essenziale. Perciò camminiamo come equilibristi sul filo dei dubbi e delle ipotesi. “La scienza è dubbio”, si dice. Ma noi abbiamo fede nella scienza. Quindi bisogna aver fede nel dubbio. Del resto, nella complessità si trova sempre qualche contraddizione o ambiguità. Questo la rende uno strumento prezioso per chi vuol mentire e ingannare gli altri (la menzogna è, per così dire, una complessità al quadrato).

https://www.ereticamente.net/2022/07/simplicissimus-livio-cade.html