2021-10-07 16:57:21
Venezia è una Disneyland distopica
Tra grandi navi, dragaggi dei canali ed esclusione sociale, Venezia è stata trasformata in una Disneyland distopica. Abbiamo provato a raccontare la città prima che scompaia, ingoiata dalla malagestione pubblica e dall’innalzamento dei mari.
“Io in piazza San Marco ci vado alle 2 di notte, quando è finalmente vuota.” L’architetta e scrittrice Tudy Sammartini, scomparsa nel 2016, è una delle voci più interessanti del documentario Teorema Venezia, che già nel 2012 raccontava la trasformazione della “città più bella del mondo” da centro urbano a parco giochi, da città marinara piena di vita, artigianato e commercio, a località souvenir, la cui facciata è da preservare come in un globo di vetro ma il cui ventre viene costantemente eroso dall’acqua alta e dal turismo take away.
Anche se di origini nobili, Sammartini disprezzava l’aristocrazia veneziana e per la maggior parte della sua vita ha abitato in un angolo di quella che lei chiamava “la Venezia vera”, nel sestiere di Dorsoduro. La casa era di sua proprietà, comprata decenni addietro per pochi soldi, ma negli ultimi anni della sua vita i costosissimi lavori di ristrutturazione l’avevano costretta a convertire gran parte del suo alloggio in bed and breakfast e a ritirarsi a vivere nello studio.
La casa di Tudy non era molto lontano dal Canale della Giudecca da cui, fino a pochi mesi fa, transitavano le grandi navi. Spiega che ha dovuto incollare i quadri alle pareti perché non cadessero a causa delle vibrazioni. “Una puttanata!” dice indicando dietro di sé una di quelle mastodontiche imbarcazioni da crociera.
Dopo anni di mobilitazione da parte dei cittadini, dal 1 agosto 2021 è partito lo “stop alle grandi navi davanti a S. Marco e sul canale della Giudecca”, che comporta maggiori restrizioni per le imbarcazioni che intendono entrare in laguna. Ma molti danni ormai sono stati fatti, come gli interventi di dragaggio dei fondali che, per consentire il passaggio delle navi, hanno portato ancora più acqua marina in laguna, aumentandone la salinità e amplificando quindi i danni causati dalle infiltrazioni. Soprattutto, i problemi di Venezia non finiscono qui.
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