2022-05-06 11:57:00
Il suo garrulo annuncio che dovremo rinunciare «in poche settimane al gas di Mosca», in effetti, è una specie di sentenza di condanna per buona parte della nostra economia, come hanno certificato nelle ultime ore tutte le grandi istituzioni internazionali, dal Fmi alla Bundesbank. E il fatto che Mario #Draghi sia probabilmente d’accordo con lei non ci rincuora affatto: è noto che il nostro premier, ultimamente, ami farsi bello negli Usa addebitando a noi il prezzo della passerella.
Faremo i primi della classe? Chiuderemo subito il rubinetto del gas russo per dare l’esempio? E con che cosa lo sostituiremo? Senza energia stiamo freschi. Anche se mai freschi come a Palazzo Chigi dove infatti hanno appena comprato 50 nuovi condizionatori (ma non dovevamo spegnerli?).
Lei, caro ministro, ha detto che senza gas russo le scorte ci consentirebbero di arrivare fino a ottobre 2022. Il presidente dell’Arera Stefano Besseghini l’ha smentita e ha detto che non si arriverà oltre agosto 2022. Mettetevi d’accordo. In ogni caso lei stesso ha detto che, se tutto va bene, «potremo cominciare ad essere davvero indipendenti» nel secondo semestre 2023. Cioè significa che nella migliore delle ipotesi staremo un anno intero senza gas? E come funzioneranno le imprese? Chi deciderà quali tenere aperte e quali chiudere? Estrarrete a sorte? Farete la lotteria «bagno di sangue»? Il concorso per la transizione ecologico- funeraria?
Mi lasci poi sollevare qualche dubbio anche sulla speranza di poter arrivare davvero all’indipendenza. Questi accordi che sbandierate in giro per il mondo sono per lo più fumo negli occhi e voi lo sapete bene. L’ultimo, in Congo, rasenta il ridicolo: il Congo ha meno gas dell’Italia. Noi aiuteremo il Paese africano ad estrarlo (anziché estrarre il nostro) e poi potremo prenderci al massimo le eccedenze, che saranno poca roba. Facciamo due conti? Con tutti gli accordi internazionali che avete siglato (Algeria, Egitto, Angola, Congo) a dite che a regime dovrebbero arrivare all’Italia 18 miliardi di metri cubi di gas.
Ammesso che ci riusciamo (come si diceva: è assai difficile):
a) sono comunque pochi rispetto ai 29 miliardi che arrivano dalla Russia;
b) non saranno disponibili prima della fine del 2023;
c) 15 di quei 18 miliardi sono gas liquido. Da riconvertire. E al momento i nostri tre rigassificatori possono arrivare a riconvertirne cinque. Come facciamo dunque?
Lei dice che è un «dovere etico» rinunciare al gas russo. Ma io dico che lei ha un «dovere etico» di dire come si fa a non mandare un Paese sul lastrico. Altrimenti lasci quell’incarico e torni al suo vecchio lavoro: le Nanotecnologie da laboratorio, in fondo, per lei sono sempre meglio delle Nanocapacità da ministro”.
(Mario Giordano)
#MarioGiordano
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