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Veritatem in Caritate ~ Canale ufficiale ~

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Indirizzo del canale: @veritatemfacientesincaritate
Categorie: Uncategorized
Lingua: Italiano
Abbonati: 3.90K
Descrizione dal canale

Canale Ufficiale di Padre Giorgio Maria Faré, sacerdote carmelitano scalzo.
Profilo Twitter: Padre Giorgio Maria Faré / @Veritatem_C
Sito Internet: https://www.veritatemincaritate.com
Telegram:
https://t.me/VeritatemfacientesinCaritate

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2021-11-17 06:00:35 Meditazione di mercoledì 17 novembre 2021
847 viewsedited  03:00
Aprire / Come
2021-11-17 06:00:11 BEATO DON GIACOMO ALBERIONE: I NOVISSIMI
LA MORTE - VII PARTE


Meditazione di mercoledì 17 novembre 2021

#meditazione #omelie #PadreGiorgioMariaFaré #Gesù #Novissimi #BeatoAlberione #mortesanta #settimaparte

Link:
https://www.veritatemincaritate.com/2021/11/beato-don-giacomo-alberione-i-novissimi-la-morte-vii-parte/#gsc.tab=0

Il testo della meditazione su Telegram
855 views03:00
Aprire / Come
2021-11-17 05:30:40 3. Chiedere la grazia di ricevere santamente l’Estrema Unzione

Sacra Scrittura: Gc 5,14-16

Meditazione:
Ecco qui il santo sacramento dell’Estrema Unzione. L’Estrema Unzione ha principalmente l’effetto di sciogliere l’anima dagli ultimi debiti contratti con Dio, e cioè da certi peccati veniali, da certe colpe che magari erano state dimenticate o non si saranno più potute confessare; di togliere quelle pene che ancora si dovrebbero soddisfare nell’altra vita, almeno in parte, e di dare anche la salute corporale, se è volontà di Dio ed utile ed espediente per l’anima. E particolarmente l’Estrema Unzione porterà conforto, pazienza, serenità, amore di Dio e disposizione insomma a sopportare il male e ad accettare convenientemente la morte, se tale è il volere di Dio. Questo Sacramento è calunniato, Sacramento tramandato e quasi cacciato là, quando il malato ormai è fuori dei sensi; come se le cose più sante dovessero confinarsi a quei momenti in cui l’infermo è incosciente e, quindi, quando il Sacramento più non gioverebbe o raramente e, certo, scarsamente. Ah, che torto a Dio! E questo sotto il pretesto di carità verso l’infermo! Carità inconcepibile veramente per i cristiani che hanno fede, carità crudele. Ma noi meritiamoci la grazia di ricevere per tempo e con le dovute disposizioni questo Sacramento.
Ecco alcuni mezzi:
a) Assistere bene i moribondi e gli ammalati che noi stessi avremo. Quando v’è un ammalato bisogna pensare in primo luogo alla sua anima. L’infermeria è da santificarsi. Vi sono di quelli che vengono ammalati e durante la malattia fanno quasi un corso di Esercizi: riflettono, entrano in se stessi e, se guariscono con la divina grazia, si rialzano migliorati, cambiati. Ma vi sono degli ammalati, specialmente fra i giovani, che finiscono tante volte per divina grazia di guarire nel corpo; ma peggiorati viceversa e ammalati ben più gravemente forse nello spirito! Santificare i dolori, santificare i giorni di malattia.
b) Se abbiamo da assistere ammalati, eccitarli alla pazienza, all’unione con Dio, alla speranza nel Crocifisso, a recitare le orazioni secondo la possibilità, anche brevissime, ma frequenti; eccitarli al bacio del Vangelo, eccitarli a fare la novena del bacio e della lettura di almeno qualche versetto di Vangelo, specialmente di quello che più si riferisce alla passione di Gesù Cristo. Con questa pratica, che bel triduo, che belle novene si potrebbero fare!
c) Se l’ammalato si aggrava, pensiamo per tempo ad aiutarlo con tanta carità a ricevere i Sacramenti. S. Camillo de Lellis, tanto divoto di Gesù agonizzante, assisteva i malati con amore. Qualche volta gli Angeli venivano a suggerirgli sensibilmente alle orecchie le parole da dire all’ammalato. E quindi il suo nome fu aggiunto nelle litanie dei Santi.
d) Si ricevano per tempo i Sacramenti degli infermi. Non crediamo di fare troppo presto. | Per farci santi non è mai troppo presto, tanto più quando si prevede che la fine della vita sta per avere compimento. Chi ha tempo non aspetti tempo! Tramandare è arrischiare! E nessuna sicurezza è soverchia, quando è in gioco l’eternità, dice S. Agostino.
e) Altro mezzo: La divozione a San Giuseppe, protettore dei moribondi. Egli ebbe la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria; e perciò noi abbiamo questa divozione speciale a S. Giuseppe, protettore degli agonizzanti. Si ripetano bene le giaculatorie; si recitino le litanie; si reciti la sua coroncina, ossia i sette dolori e le sette allegrezze di San Giuseppe. Specialmente poi si cerchi di santificare il primo mercoledì del mese, ed il mese di Marzo dedicati al suo nome.
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