2021-11-19 10:08:56
SANTO DEL GIORNO CARMELITANO
19 NOVEMBRE
SAN RAFFAELE DI SAN GIUSEPPE KALINOWSKI, SACERDOTE
MemoriaJosef Kalinowski nacque a Vilna (Lituania), da famiglia polacca, nel 1835. Ufficiale dell’esercito zarista, aderì alla fallita insurrezione polacca e per un decennio fu esiliato in Siberia ai lavori forzati. Nel 1877 entrò tra i Carmelitani Scalzi e venne ordinato sacerdote nel 1882. Promosse con zelo l’unità della Chiesa e si dedicò instancabilmente al ministero della confessione e direzione spirituale. Restaurò l’Ordine del Carmelo in Polonia. Morì a Wadowice nel 1907. È stato canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1991.
Dal Comune dei pastori o dei santi religiosi con salmodia del giorno dal salterio.
Dalle «Esortazioni» di san Raffaele di san Giuseppe, sacerdote
(C. Gil, Ojciec Rafal Kalinowski, pp. 109-110)Siate santi
Nella Sacra Scrittura nulla è tanto raccomandato quanto la vita perfetta e santa, e un esatto e perfetto compimento dei nostri doveri. Nell’Antico Testamento, il Signore nostro Dio invitava il suo Popolo ad essere santo, dicendo: «Siate santi, perché io sono santo» (Lv 11,44).
Il Signore nostro Gesù Cristo, datoci dal Padre come istruttore, maestro e guida, confermò e rafforzò questo invito, quando ci propose come modello da imitare la santità stessa, il suo Padre celeste: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48).
E che cosa si richiede per essere santi, per essere perfetti? La risposta ci è data dai dottori della Chiesa, che ben conoscono le necessità delle anime, e dai maestri della vita spirituale: «Se vuoi essere perfetto, compi fedelmente i tuoi doveri».
Un giorno, un Padre del deserto venne interrogato da un giovane eremita su quali libri lo aiutassero a progredire nel cammino della perfezione, e quegli rispose: «Conosco solo due libri: il Vangelo, che leggo il mattino, e la Regola, che leggo la sera. Il primo mi insegna come devo comportarmi per diventare discepolo del Signore nostro Gesù Cristo; il secondo che cosa devo fare per essere un buon monaco. Questo mi basta».
Leggiamo perciò le nostre Leggi, per imparare il cammino da percorrere: «Quando cammini ti guide- ranno; quando riposi ti veglieranno; quando ti desti ti parleranno» (Pr 6,22). Che siano con noi, guidando i nostri passi, dovunque ci troviamo. Ci siano accanto quando ci addormentiamo, riempiano i nostri spiriti al risveglio: saranno come una voce che dà forza. Con esse saremo vittoriosi nella lotta; supereremo gli ostacoli e le resistenze della natura, nemica dello sforzo e del sacrificio,
sempre pronta a giustificare le sue miserie. Ci aiuteranno a superare il timore di pericoli immaginari e ci animeranno a camminare in fretta nella via dell’obbedienza. Siano sempre con noi tutto il giorno per chiedere loro consiglio e per avere subito la risposta da seguire con animo docile e con buona volontà.
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