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Titolo: Lo sconosciuto delle poste Autore: Florence Aubenas | #VentagliDiParole

Titolo: Lo sconosciuto delle poste
Autore: Florence Aubenas
Traduttore: Cinzia Poli
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa
Data: 04.11.2021

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#recensione


Se dovessi riassumere il libro in una frase direi: storia di una scrittrice che prova a indossare i panni di Emmanuel Carrère e Georges Simenon ma che proprio non ce la può fare.

Florence Aubenas è una giornalista e questa storia trae ispirazione da un fatto di cronaca nera: il 9 dicembre 2008, nell’ufficio postale di Montréal-la-Cluse, l’unica impiegata Catherine Burgod viene trovata morta, uccisa da 28 coltellate. Tra i sospettati c'è Gèrald Thomassin:

“Ho sentito parlare per la prima volta di Thomassin dalla direttrice del casting con cui lui aveva lavorato all’inizio della sua carriera di attore. Mi ha mostrato alcune lettere che le aveva spedito dal carcere. Quando è stato rilasciato sono andata a trovarlo a casa sua a Rochefort, dal fratello a Foix, da sua nonna sul bacino di Arcachon. Giramondo immobile, a Thomassin non piace abbandonare i suoi rifugi. Devono spostarsi gli altri. Gli avevo detto che volevo saperne di più sul suo conto, precisando che non stavo scrivendo la sua biografia, ma un libro sull’omicidio di una donna in un paese di montagna, questione in cui era coinvolto. Il mio lavoro consisteva nell’incontrare lui, come tutti coloro che avessero accettato di vedermi. Le risposte alle mie domande si perdevano nel vuoto. Ripeteva: “Ne parleremo quando sarà tutto finito…”.”

Ci sono voluti sette anni a Florence Aubenas per mettere insieme tutte le tessere del puzzle. Thomassin è il maggior sospettato e lui non solo non fa nulla per allontanare i sospetti, ma fa di tutto per alimentarli.
Fino a quando Raymond Burgod non rimescola le carte in tavola: “Thomassin può aver commesso l’omicidio prima che arrivasse l’autista di ambulanza, riuscendo a non farsi vedere né a lasciare tracce di DNA e dimenticando un mazzetto di banconote bene in vista? Oppure sono in combutta e possono essersi aiutati a vicenda? Almeno un po’? Forse uno faceva il palo? Resta un’ultima possibilità.”

Una possibilità che solo a immaginarla viene il capogiro. Perché è quella che mette in discussione le indagini di un decennio: “Se Thomassin, che occupa la sua vita da tanti anni, non c’entrasse niente? Non aveva mai preso in considerazione questa ipotesi.
Burgod si rivede al volante della sua auto, a fare ronde notturne, quando abitava ancora vicino alla fontana di Montréal. Nel baule teneva sempre “quel che serve in caso di bisogno”. Allora si sentiva giovane, rivestiva i panni del potente numero 2 del comune. “Oggi faccio ancora paura a qualcuno?”

La pecca di questo romanzo è che resta un'inchiesta giornalistica senza anima. Se da una parte c'è la voglia da parte della scrittrice di continuare a cercare la verità perché sia fatta giustizia, senza trovare inutili scorciatoie e senza alcuno sconto, dall'altra a questo romanzo manca un'anima.

Peccato, un'occasione mancata.

Tra 2 e 3 stelle

Su Goodreads
https://www.goodreads.com/review/show/4805016762