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Titolo: Il regno di vetro Autore: Lawrence Osborne Traduttor | #VentagliDiParole

Titolo: Il regno di vetro
Autore: Lawrence Osborne
Traduttore: Mariagrazia Gini
Editore: Adelphi
Genere: thriller
Data: 04.07.2022

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#recensione


Il regno di vetro è il Kingdom, a Bangkok, un complesso formato da quattro grattacieli di ventuno piani collegati “su ogni piano da ballatoi divisi da porte di vetro che solo la chiave di sicurezza in possesso di ogni residente poteva aprire, quindi assolutamente privati. I primi due piani del complesso, invece, erano spazi comuni. Sotto, c’era l’imitazione di un giardino alla francese, con arbusti che morivano nel caldo e villette a due piani intorno – perché il Kingdom offriva anche queste sistemazioni più sontuose delle altre. Nei patii abbondavano leoni cinesi e teutoniche lattaie in gesso con cuffie dai lembi inamidati, fissate ai muri ricoperti d’edera di plastica.”


Quello che accade dentro il Kingdom è una realtà altra, incompatibile con ciò che accade fuori: “L’interiore e l’esteriore erano realtà incompatibili quasi sempre, non diversamente dal mondo dentro il Kingdom e da quello fuori.”

Al Kingdom, tutti i protagonisti hanno un segreto da custodire e quasi tutti sono traditi dal proprio segreto: "Quando ho detto che i segreti non esistono, intendevo che alla fine i segreti vengono fuori."

Tutti tranne uno. Il "giocatore di scacchi" nell'ombra, che uscirà allo scoperto negli ultimi capitoli.

"Questa era la legge della vita: gli umili e i pazienti arrivavano dove volevano. E con tutto il tempo che aveva avuto per progettare questa mossa, ora non dovette pensarci granché: l’aveva già ripassata mille volte col pensiero. Pertanto, finito il curry non si affannò per la sequenza delle azioni che doveva compiere. Spense la pipa, la mise nella borsa che aveva deciso di portare con sé e si recò alla piscina per dare un’occhiata al varano."

Sarah è giovane, ha con sé tantissime banconote per un totale di duecentomila dollari, che messe insieme non pesano più di un chilogrammo. Sarah ha il corpo agile di una nuotatrice. È in quella piscina del Kingdom che inizia a sentirsi infallibile.

"Tra gli archi grandiosi del giardino era apparsa una luna grigia, mezzo rannuvolata, e Sarah udì dalla piscina il rimestare dell’acqua perché il rettile era ancora in attesa nella vasca. Non molto tempo prima aveva pensato di poterne uscire vincitrice. Ma all’ultimo minuto aveva fatto un errore di giudizio; aveva sbandato. La partita a scacchi che voleva giocare da esperta l’aveva tratta in inganno."

L'errore copiuto da Sarah è stato quello di credere ingenuamente che un segreto si potesse custodire.

Ma, come recita un proverbio Thai “Kwam lub mai mee nai loke.
Non ci sono segreti a questo mondo.”

E questo Pop lo ha sempre saputo. Ecco perché il suo finale di partita inferto a Sarah è una mossa da grande maestro.

Un thriller mozzafiato, una storia raccontata da più punti di vista, dai personaggi riservati e subdoli, che non sono mai quello che appaiono. L'atmosfera che si respira leggendo il romanzo è quella minacciosa che caratterizza gli attimi che precedono l'arrivo dei monsoni, fino al suo sciogliersi quando si giunge a leggere la sua conclusione karmica.

“Non seppe mai quanto tempo rimasero a bere sotto le stelle, ma come se il peso degli anni fosse a un tratto scomparso danzò con loro sul bagnasciuga il mor lam sparato a tutto volume dalle casse del bar, e in quel momento l’unica cosa che gli riempì la mente fu la semplice idea che quella era la vita e nient’altro, e che la vita, come il karma, andava sempre avanti, infinita e ingiusta in ugual misura, come tutte le cose prestabilite ma impossibili da prevedere.”



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