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Titolo: Il Duca Autore: Matteo Melchiorre Editore: Einaudi | #VentagliDiParole

Titolo: Il Duca
Autore: Matteo Melchiorre
Editore: Einaudi Editore
Genere: narrativa
Data: 07.06.2022
Letto da: Massimo Parisi
Audible
29.06.2022

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#recensione

Matteo Melchiorre ha scritto un libro classico, pur ambientandolo nei giorni nostri, in cui passato, presente e futuro si mescolano in modo magistrale.

Il protagonista del romanzo vive a Vallorgàna e qui lo chiamano il Duca, sebbene il titolo nobiliare corretto sia Conte.

“Qua a Vallorgàna, però, non mi chiamano il Conte, cosa volendo corretta se ci si volesse attenere alla lettera del comunque ormai inutilissimo privilegio di Sigismondo. Al pari di Nelso, infatti, in paese preferiscono chiamarmi il Duca, degnandomi con ciò di un titolo improprio sotto tutti gli aspetti.”

Il Duca rovista nel suo passato nobiliare e cerca di far tornare i conti, conti che apparentemente sembrano non tornare mai, facendo sprofondare ipso facto il passato prossimo nel passato remoto.
Con un lavoro documentale instancabile, il duca apre "la botola del passato remoto" per "spingervi dentro quello che vi andava spinto dentro dal passato prossimo.":

"Nel momento in cui si dice «ora», infatti, ora si dissolve e non è già piú. Una volta nato, ossia una volta morto, il punto-presente scivola naturalmente indietro, diradandosi nel passato prossimo. Tale processo di scartamento del presente nel passato prossimo avviene senza sosta e, perlopiú, in maniera del tutto inavvertita; tant’è vero che l’errore di confondere il passato prossimo con il presente è cosa assai comune. Nelle vicende collettive o individuali, però, si danno talune congiunture le quali producono, nel passato prossimo, delle improvvise e abissali cesure."

Cosa lega il Duca al suo acerrimo nemico Fastréda? Che senso ha questo suo accanimento nel riportare in vita cose vecchie? Non è forse contro natura questo continuo scartabellare documenti per confrontarli tra loro e anche con le testimonianze di chi è ancora in vita?

"Perché tirare giú dalla sua bobina una trama morta e sepolta? Perché risvegliare ciò che la storia ha deciso di mangiarsi? Io avrei voluto dirgli che il mio scopo era invece l’esatto contrario: io volevo uccidere il passato di cui ero stato schiavo per troppo tempo, volevo scaraventarlo nel pozzo del passato che tracolla, perché il modo giusto per liberarsi del passato non è dimenticarlo, ma conoscerlo."

Il Duca verso la fine si arrenderà davanti ad una verità ineluttabile "il sangue è signore di ogni cosa.": la voglia di abbandonare tutto sarà forte. E tra l'andare via e il restare alla fine il Duca sceglierà con il cuore, senza pensare.

“E io ero io, il Duca di Vallorgàna, e in pieno dicembre avevo in mano una foglia verde, che mi sembrò davvero, guardandola meglio, una pagina finalmente bianca.
Non so tuttora cosa sia accaduto in quei pochi attimi in cui il pensiero corse via velocissimo e senza grammatica, cosa abbia trovato esatta combinazione, in quei momenti, dentro di me, o fuori di me, o sia dentro che fuori di me; ma la decisione era avvenuta. Era lí, nitida, presa da se stessa.”

P.S. Ho iniziato audioleggendo il libro. E poi verso la fine sono passata alla lettura dell’ebook perché non volevo perdermi una riga della storia. Bella!!!



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