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Titolo: La compagna Natalia Autore: Antonia Spaliviero Edito | #VentagliDiParole

Titolo: La compagna Natalia
Autore: Antonia Spaliviero
Editore: Sellerio Editore
Genere: narrativa
Data: 27.01.2022

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#recensione

Antonia Spaliviero scriveva il diario sin da quando aveva tredici anni.
Come scrive il marito, nella nota finale: “Di solito erano piccole storie di una pagina o due, osservazioni su fatti che ci erano accaduti, su persone che avevamo incontrato. Quasi sempre ironiche o divertenti, ma perlopiù i suoi diari erano solo suoi. Antonia è morta il 15 giugno 2015.”

Qualche tempo dopo la morte di Antonia, il marito e la figlia hanno iniziato a mettere mano ai diari, quasi fosse un rituale per tenerla ancora in vita tra loro, preservandone il ricordo. Per pubblicare "La compagna Natalia", hanno dovuto “ricostruire il romanzo andando a cercare tra i diari del 1968, del 1982 e del 2015. Alcune parti erano addirittura scritte in stenografia, per cui abbiamo dovuto farle tradurre. È stato un lavoro difficile. Anche perché, oltre a La compagna Natalia, abbiamo trovato almeno altri tre o quattro racconti che con pazienza stiamo ordinando. È stato complesso ma bellissimo: continuare a stare con le parole di Antonia. Continuare ad averla con noi. Antonia si chiedeva perché mai scrivesse quei diari, ma non si è mai chiesta perché scrivere storie. Perché le storie e le persone continuano ad esistere finché qualcuno le ascolta.”

Questa storia, ambientata alla fine degli anni sessanta, è divertente, ironica, fa sorridere e riflettere. Una lettura piaevole che pone l'accento sulla condizione della donna alla ricerca della propria emancipazione. Questa è la storia di un'amicizia nata tra i banchi di scuola: un legame che è durato, nonostante la morte: “Alcuni adulti non perdono mai i tratti della loro infanzia, alcuni bambini non li hanno.
Mi piace incontrarli perché dimostrano il ciclo di cui siamo parte, quel gorgo energetico che non so come chiamare se non universo. Quell’energia che incarniamo per un periodo di tempo e che poi restituiamo.
Sono i miei morti che mi chiedono se non dovremmo sentire di più il dovere di usarla meglio, finché la possediamo, e come mai troppo spesso non ne siamo capaci, o meglio, consapevoli.”

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https://www.goodreads.com/review/show/4800237347