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Titolo: Il quaderno di Nerina Autore: Jhumpa Lahiri Editore | #VentagliDiParole

Titolo: Il quaderno di Nerina
Autore: Jhumpa Lahiri
Editore: Guanda
Genere: poesia
Data: 15.06.2021

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#recensione

Questa è la prima raccolta di poesia di Jhumpa Lahiri, una scrittrice che amo.
Nerina è il nome che compare sulla copertina di un quaderno che compare dal cassetto di una vecchia scrivania scoperta in casa, a Roma.
Tanti i temi trattati. Ne scelgo quattro.


“Perché persino

Perché persino
oggi mi emoziona
trascinare il dito
contro il vetro appannato?
Perché quel graffito
temporaneo sembra ancora
uno scritto proibito?
Sarà il piacere di deturpare il vago?
Segnare lo specchio umido?
Scarabocchio scivoloso
che intacca e chiarisce
allo stesso tempo.
Facevo faccine
sorridenti, cuori sbilenchi,
ghirigori giovanili,
scorci sinuosi
che precisavano, in parte,
cosa c’era fuori.
Traccia fantasma
priva d’inchiostro. Prova
che da bambina
ero indisciplinata anch’io.”


“«Obiettivo»

Di raggiungere quel dopo
in calce a tutti gli sforzi,
di riprendersi perfino dalla goduria.
 
Di andare a letto e non pensare
a tutto ciò39 da ritirare
consegnare imparare tollerare.
 
Passiamo al participio,
la pace prolungata,
la scrivania ignorata.
 
L’ossatura della vita una serie
di infiniti, compreso morire,
da cancellare.”


“«Perché ‘P’iace»

Per poter(e)
pensare e parlare,
pendolare,
persino poetare.
Propria a Pessoa,
Lettera che punteggia
il titolo trittico di
Pier Paolo Pasolini.
Per purgatorio giunto
e le sette P ne la fronte
di Dante;
Paradiso che proviene
dal pairidaeza persiano.
Purtroppo perturba e piange.
Patria mi pesa,
preferisco piazza, Porta
Portese e portagioie:
parola preferita.
Peccato perdita.
Mentre la parola peripezia
(preferibilmente al plurale)
che vuol dire mutare radicalmente
le cose
è sbarcata in italiano
nel Cinquecento
nonostante le proteste
dei puristi.
Ah però.”

“Lungo la costa orientale (mai vista)

Lungo la costa orientale (mai vista)
passo in fretta in treno
andando indietro
sempre allontanandomi
dai giunchi affilati,
dal mare tenue – un po’ torbido –
e dalla gente in acqua e in spiaggia
(insieme a qualche macchina posteggiata sulla sabbia).
Si gode, ciascuno, una calda domenica assolata
a fine settembre
sagome fisse – a me sembrano –
davanti a un loro infinito.”

Le note meritano quanto le poesie.

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https://www.goodreads.com/review/show/4118722865