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Titolo: Noi non abbiamo colpa Autore: Marta Zura-Puntaroni l | #VentagliDiParole

Titolo: Noi non abbiamo colpa
Autore: Marta Zura-Puntaroni
letto da Silvia Ferretti
Storytel
29.06.2021
Editore: Minimum Fax
Genere: narrativa
Data: 27.08.2020

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#recensione

Carlantonia è una donna difficile, una donna d’altri tempi.
Carlantonia è la nonna di Marta: Carlantonia è una donna che non ha mai insegnato né alla figlia né alla nipote a cucinare, per esempio, perché faceva tutto lei, perché si riteneva indispensabile. E ora che l’Alzeimer si è impossessato di lei, Carlantonia è in balia delle badanti. E se susseguono tante, nel corso degli anni, semplicemente perché Carlantonia è difficile da gestire.
Questo finché Marta non decise di tornare nel suo paese nelle Marche, per occuparsi della nonna, per ricucire le storie della sua famiglia.

“Adesso voglio considerare Carlantonia una privilegiata e noi delle creature incomplete, limitate: considero lei una specie di arcangelo capace di viaggiare nel tempo, che più si allontana dalle inutili minuzie della vita terrena più apprezza l’universo nella sua interezza. Mentre io sono bloccata qui, in un mondo dove il tempo scorre un secondo al secondo, un minuto al minuto, dove ogni azione è irreversibile, ogni essere umano destinato a invecchiare e perire, nonna resuscita persone morte da anni, mi fa ritornare bambina di pochi mesi, mi trasforma in una delle sue sorelle o in sua madre, mi scambia per zia Cecilia o per Luigino o per Antea, sua figlia, mia madre. Mi trovo a invidiarne il potere di viaggiare nel tempo, nei mondi: evito di starci troppo assieme, perché più la sento parlare al presente di gente defunta o ancora non nata più dubito del mondo in cui mi trovo a vivere ora – mi ripeto le date: quella attuale, quella della mia nascita, quella della nascita di mia sorella, quella della nascita di mia madre, ripeto il mio nome, quello di mia madre, il nome del mio paese: raccolgo tutto quello che di me mi hanno insegnato quand’ero piccola: mi chiamo Marta, ho (mostro due tre quattro dita della mano) così.”


Per certi versi, questo libro mi ha fatto tornare alla mente “Quando tornerò” di Marco Balzano, in cui si parla delle difficoltà delle badanti nell’occuparsi degli anziani. Qui la prospettiva è rovesciata. Marta torna per occuparsi di sua nonna. Marta non delega più. Marta vuole stare con questa donna che è il suo passato, che è la memoria storica, lo scrigno delle storie della sua famiglia.

Marta ribalta la situazione iniziale. E non è vero che se “nonna è andata”, allora non c’è altro da fare. Una cosa resta ancora da fare. Quella del prendersi cura.

“Cosa dobbiamo sperare?
Una parte di me vorrebbe lasciar perdere – nulla dipende da noi, noi non abbiamo colpa – è facile ripetere queste parole a mia madre, cercare di rassicurarla e dirle che non poteva fare niente, non c’è cura o rimedio, ormai nonna è andata e siamo tutti costretti nel grande cerchio della vita.”


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https://www.goodreads.com/review/show/4089531925