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Dino Buzzati, lo scrittore delle 'storie dipinte' Libri Monda | #VentagliDiParole

Dino Buzzati, lo scrittore delle "storie dipinte"
Libri Mondadori
25.06.2021

#invitoAllaLettura

La mia attività di scrittore e la mia attività di pittore rientrano nel medesimo genere di operazioni mentali. Tanto è vero che i “competenti” giudicano i miei quadri letteratura e non vera pittura. Il che in fondo non mi dispiace.
Dino Buzzati, 1966
 

Del ricco e variegato profilo artistico di Dino Buzzati si è già parlato a proposito dei romanzi, dei racconti e della produzione giornalistica.
"Buzzati il doverista, lo scrittore fantastico, il pittore, l’autore teatrale, il poeta", ha scritto il curatore dell'opera Lorenzo Viganò nel tentativo di offrire un ritratto quanto più completo della sua eclettica figura di intellettuale.

Ma a testimoniare questo aspetto sono più di tutto le stesse opere buzzatiane che ci raccontano, a partire dalle copertine, un percorso in cui arte e scrittura hanno intessuto una relazione costante, in un rapporto di complementarietà e in certi casi di vera e propria simbiosi.
Buzzati aveva sempre amato dipingere, fin da quando, bambino, ingaggiava gare di disegno con l'amico più caro Arturo Brambilla. 
 
Poi cominciò a fare il giornalista e per un po' di anni mise da parte la pratica artistica.
L'occasione per riprenderla arrivò con un concorso bandito dal direttore della galleria Apollinaire di Milano, Guido Le Noci, che intendeva mettere alla prova gli scrittori chiamandoli a dipingere. Il tema del concorso era la Piazza del Duomo di Milano. Parteciparono Buzzati, Eugenio Montale e Orio Vergani.
Ed è allora che nacque la buzzatiana visione iconica della piazza (oggi copertina dei suoi celebri Sessanta racconti) con la cattedrale che ricorda i paesaggi dolomitici a lui tanto cari, il prato sottostante e le nuvole che sembrano condurci a un altrove misterioso: negli anni, a fasi alterne, Buzzati continuò a praticare la pittura come un mezzo espressivo proprio e parallelo, "come un’altra, ma non secondaria, forma di linguaggio", per citare ancora Viganò.

"Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa"