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Nei ryokan sulle tracce di Kawabata Rossella Menegazzo Il ma | #VentagliDiParole

Nei ryokan sulle tracce di Kawabata
Rossella Menegazzo
Il manifesto
24.06.2021

#DiVisteERiviste

Tanta è la letteratura giapponese tradotta in questi ultimi anni in lingua italiana, tanti sono i volumi che raccolgono scritti di autori italiani reduci da recenti esperienze di vita in Giappone che ne raccontano luoghi, atmosfere, tradizioni e usanze. Ma La neve di Yuzawa bisogna ammettere che mancava. E non poteva che regalarcelo Maria Teresa Orsi, docente emerita di letteratura giapponese che tante generazioni di studiosi ha formato, ma soprattutto voce italiana di Murasaki Shikibu, dama di Corte di epoca Heian, che proprio grazie alla sua traduzione (La storia di Genji, Einaudi 2012) ha potuto narrare le affascinanti e tribolate vicende del principe Hikaru Genji, lo Splendente, e della sua Corte del Mille, anche al pubblico italiano.
Un lavoro di traduzione durato dieci anni, ma si potrebbe dire una vita perché l’eleganza e la raffinatezza di linguaggio di quel primo grande romanzo femminile continuano a sopravvivere anche nella scrittura di questo originale lavoro di Maria Teresa Orsi, La neve a Yuzawa (Einaudi, pp. 314, euro 22), il cui titolo evoca il respiro e la nostalgia di alcuni racconti del nobel Kawabata. Ma va detto, i 29 capitoli, o meglio sarebbe dire la raccolta di 29 racconti è scritta a quattro mani con il compagno Fabio Sebastiano Tana, che dal 2002 condivide sia il girovagare libero in lungo e in largo di un Giappone contemporaneo, alla moda e allo stesso tempo controverso, sia la conoscenza profonda accumulata nel tempo da Maria Teresa Orsi che in Giappone ha vissuto e studiato dal 1968, traducendo tantissimi dei romanzi citati nelle pagine di questo denso volumetto.

I LUOGHI REALI, fisici, architettonici di oggi si fondono, anzi entrano in contatto come scrive Orsi, con gli stessi luoghi della letteratura in un viaggio spazio-temporale che fa rimbalzare il lettore quasi inconsapevolmente tra una realtà che è quella dello scrittore del romanzo a cui ciascun racconto fa riferimento e l’altra realtà che è quella attuale, vissuta o conosciuta dai due autori.
Il volume nasce per gioco, un gioco che si va definendo poco alla volta e che l’autrice paragona alle tessere di un mosaico, anzi alle carte delle Poesie di cento poeti (Hyakunin Isshu) in cui i partecipanti devono riconoscere, il più velocemente possibile, la poesia che il lettore declama guardando le carte posizionate davanti a sé che ne riportano gli ultimi due versi.

PUNTO DI PARTENZA per il salto nel tempo è un tunnel, uno come tanti ve ne sono in Giappone a interrompere i viaggi in treno garantendo quasi sempre all’uscita una vista su scorci di mare o risaie e piccoli tetti a pagoda che lasciano senza fiato. In questo caso però è il tunnel descritto nell’incipit de Il paese delle nevi di Kawabata Yasunari, che si ipotizza si trovi vicino a Yuzawa nel profondo nordovest del Giappone a fungere da interruttore. Ed era proprio verso questa mèta termale e letteraria che l’autrice si stava muovendo in treno quando uscita da un tunnel «…un quadro straordinario, inaspettato. La neve era diventata padrona assoluta, sembrava plasmare ogni cosa: un brusco passaggio dall’oscurità a una luce capace – Kawabata aveva davvero ragione – di ‘tingere di bianco il fondo della notte’». Così d’improvviso Il paese delle nevi di Kawabata si trasforma nel primo racconto di Orsi e Tana La neve di Yuzawa che dà il titolo al volume.

SARÀ SEMPRE KAWABATA a condurre gli autori prima e il lettore presente oggi nelle località e nelle locande termali della bellissima penisola di Izu attraverso le pagine della Danzatrice di Izu e il nono racconto a esse dedicato.

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