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Descrizione dal canale

Tutto cio’ che avresti sempre voluto conoscere su Linux

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Gli ultimi messaggi

2021-08-05 17:36:06 databackup-1INTRODUZIONE Restic è un’applicazione per la gestione di backup sia in locale che in cloud, che supporta la crittografazione (AES-256) e la deduplicazione dei dati, riducendo dunque in modo significativo lo spazio necessario per conservare i file bekappati.Restic è già ad oggi compatibile con la maggior parte dei servizi cloud quali : “OpenStack Swift, bucket Amazon S3, Backblaze B2, Microsoft Azure Blob Storage, Google Cloud”, e sono presenti anche immagini Docker.Restic è sviluppato in linguaggio GO, cosa che lo rende molto leggero ed efficiente, risolvendo anche molti problemi di gestione di dipendenze.– INSTALLAZIONEEsistono molti pacchetti di installazione per la maggior parte dei sistemi operativi, coprendo un range che va da Arch Linux a MacOS, fino ai sistemi *BSD/*NIX……Per i sistemi più “standard” l’installazione è banale:– Debianapt-get install restic– Fedoradnf install restic– MacOSbrew install restic….. per tutti gli altri sistemi si possono trovare tutte le specifiche sul sito ufficiale di Restic (https://restic.readthedocs.io/en/latest/020_installation.html#stable-releases)Una volta installato il pacchetto i comandi per l’utilizzo di Restic sono davvero semplici ed immediati.Prima di tutto va inizializzato lo spazio che si decide di stanziare, dedicare, al backup, ricordandosi che Restic chiama la destinazione per i backup “repository” ( –repo oppure -r ).Quindi per inizializzare la Directory prescelta per la gestione dei backup possiamo agire in 3 modi diversi:spostarci all’interno della DIR prescelta e dare il comando # restic initindicare il PATH dei backup # restic init –repo /mnt/data//backup/indicare un percorso di rete # restic -r sftp:@:/mnt/data//backup init– COMANDI PRINCIPALIinitbackuplsrestoresnapshotstagcopystats…….. e molti altri ancora che potete trovare sulla documentazione ufficiale, al sito restic-official-docuPer poter automatizzare gli accessi ad aree esterne come, altri server, servizi cloud o altro, possiamo usare due metodi diversi;1) creiamo un file .restic.env nel quale possiamo inserire i dati di accesso (es. ad AWS S3) , aggiungendo la password creata durante la fase di inizializzazione [“init“]oppure2) creiamo un file .rest_pass in cui inseriamo soltanto la password – ESEMPIEs. file di tipo ENV ( .restic.env )#!/bin/bashexport RESTIC_REPOSITORY=” s3:https://s3.amazonaws.com/restic-backup-test “export AWS_SECRET_ACCESS_KEY=”IVZ6GSBXEaZ1DeXzhN1gr4eCWcxD7hhMOt1RWMdn”export RESTIC_PASSWORD=” Prima di lanciare i comandi per restic, in ambiente Cloud, eseguo il comando:source .restic.envper caricare le variabili d’ambiente indicate nel file .restic.envEs. file di tipo PASSWD ( .rest_pass )< password >….quando si decide di usare il file .rest_pass basta indicarlo alla fine della stringa di comando, come ad esempio:restic -r sftp:@:/home//backup/database snapshots -p .rest_pass– Esempi PraticiINIZIALIZZO UNA DIRECTORY LOCALE.\restic.exe init –repo C:\Users\User\Desktop\restic-repoenter password for new repository:enter password again:created restic repository 80ee4591fd at C:\Users\User\Desktop\restic-repoPlease note that knowledge of your password is required to access the repository. Losing your password means that your data is irrecoverably lost.Esegui il BACKUP.\restic.exe backup -r C:\Users\User\Desktop\restic…
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2021-01-06 03:56:34 FileSystem Decentralizzato – IPFS
https://tuttiperlinux.blog/2021/01/05/filesystem-decentralizzato-ipfs/

Per chi ancora non conosce il progetto IPFS (creato all’interno del MIT di Boston), posso cominciare dando la definizione riportata sulla pagina Wikipedia, ossia che: L’InterPlanetary File System (IPFS) è un protocollo di comunicazione e una rete peer-to-peer per l’archiviazione e la condivisione di dati in un file system distribuito. IPFS basa il suo funzionamento … Continua a leggere →
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2020-11-04 19:39:08 bitcoin-store-valueSiamo arrivati a quelle che già da molti mesi sono tra le elezioni presidenziali più attese degli ultimi anni, ed i mercati finanziari sono stati, come sempre, ricchi di chiacchiere, di ogni genere, colpi bassi, gossip di cattivo gusto, insomma di tutto quanto ormai abbiamo imparato essere il circo mediatico dietro ad uno degli eventi più importanti al mondo, per via delle ripercussioni, positive e negative, sulla maggior parte delle nazioni. Ma da qualche anno le implicazioni non sono più soltanto a carattere geo-politico e finanziario ma anche sui vari asset strategici della economia digitale, tra cui Bitcoin.E’ ormai assodato che la relazione tra il “cripto mondo” e questo grande evento statunitense richieda ulteriori indagini, vista la sua rilevanza storica.Infatti dobbiamo tenere presente che Bitcoin ha chiuso il mese di Ottobre, per la seconda volta, nella sua intera storia, intorno ai 14.000 dollari, l’unico precedente lo possiamo ritrovare soltanto in quel periodo tra la fine del 2017 e l’iniio del 2018, in cui arrivò addirittura a 20.000 dollari.Del resto anche prima del rialzo del 2017, si erano svolte le elezioni americane del 2016 tra la Clinton e Trump. Dunque potrebbe significare che le elezioni statunitensi hanno un’ impatto su Bitcoin in un modo o nell’altro?Volendo cercare una correlazione, andando indietro a verificare, potremmo notare che, nell’ultimo ciclo elettorale, Standard & Poor 500 (l’indice della borsa statunitense) aveva registrato volatilità durante il periodo delle elezioni. In particolare, durante il mese di Ottobre e la prima settimana di novembre 2016, l’SPX era calato di oltre il 6%, mentre subito dopo le elezioni, le azioni erano rapidamente risalite, invertendo la tendenza verso quelli che sarebbero diventati i nuovi massimi storici.Quindi, da un lato, abbiamo una situazione in cui si potrebbe tracciare una correlazione causale tra l’andamento di Bitcoin e le elezioni presidenziali statunitensi, d’altro canto, si potrebbe anche sostenere che questa correlazione sia semplicemente il risultato dell’aver stampato e pompato nei mercati una grande quantità di denaro, la stessa FED aveva dichiarato qualche settimana fa che, a causa degli aiuti all’economia per via del Covid, nel solo 2020, sono stati stampati l’equivalente del 22% di tutti i dollari in circolazione.Gli eventi che si sono abbattuti sull’economia, all’arrivo del 2020, hanno però modificato la visione di molte persone ed aziende, circa quello che Bitcoin può diventare, infatti, mentre prima era visto principalmente come un’ asset speculativo con una capitalizzazione di mercato di poco più di $ 200 miliardi, oggi si è guadagnato un nuovo ruolo, ossia quello di una moneta per salvaguardare le nostre richezze diventando noi, in primis, degli “holder”, pensando quindi principalmente ad un accumulo come forma di prossima ricchezza, contro la visione speculativa dell’inizio.Non a caso, proprio in questo anno alcune Big, società quotate in borsa di grande reputazione, come Square e MicroStrategy (per citarne solo alcune), hanno portato l’argomento della “riserva di valore” ad un livello successivo, avendo collocato sul mercato digitale, una grossa percentuale delle loro riserve aziendali investendo diversi milioni di dollari nell’acquisto di Bitcoin.L’ascesa di Bitcoin come riserva di valoreTutto ciò di cui abbiamo discusso fino ad ora, ci porta dunque a trattare Bitcoin come la nuova “riserva di valore”. In effetti, in un periodo di accresciuta incertezza, la necessità di una riserva assoluta di valore è diventata ancora più una necessità.Tradizionalmente, l’oro è il bene di rifugio verso cui gli investitori si affollano in tempi di crisi. Ma Bitcoin sembra essere diventato decisamente più interessante per gli investitori tecnologici di oggi, con scarso interesse per le proprietà ingombranti dell’oro.Dall’inizio della…
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2020-07-21 01:39:14 SettinUP_PrivateNetworkLocal Custom Testnet EthereumCi siamo, dopo il primo articolo, in cui ti è ho spiegato, come “Sviluppare applicazioni per Ethereum con GETH“, è giunto il momento di andare avanti, arrivando alla seconda fase, con cui potrai sviluppare un tuo ambiente di test. Vedrai come si può realizzare un custom testnet reale, generando un tuo nodo ethereum in locale.Potrai così iniziare a capire, mettendoci mano, i meccanismi del funzionamento di un nodo genesis, su cui configurerai il mining PoW della tua moneta preferita, l’ether, capendo al meglio l’utilizzo del miglior client, oggi esistente, ossia GETH, realizzando così anche una rete ad hoc, uno script di avvio per il mining, e scoprirai cosa cercare per leggere l’output generato, per fare esercizio su quel principio che, a me, piace chiamare con il termine di “studio ed approfondimento”.Divertiti e impara facendo: CustomTestnetEthereum

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2020-06-27 16:39:20 In questo nuovo articolo, vedremo un tool davvero nuovo ed interessante, che ci mostrerà un metodo diverso per poter interagire sulla blockchain di Ethereum.Questo strumento si chiama EthQL, ed è lo strumento che può essere utilizzato per esplorare e interrogare la blockchain di Ethereum. Se sei uno sviluppatore o un semplice appassionato, con questo articolo capirai come sfruttare a pieno questo strumento.Per la lettura completa dell’articolo, che ho pubblicato sul portale di etherevolution, ti rimando ad usare il link diretto che ti condivido qui a fianco:  ETHQL

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2020-06-22 19:39:07 In questo primo articolo, che sarà parte di una “trilogia”, affronteremo alcuni dei tanti aspetti, a cui si deve far fronte, nel momento in cui si decide di capire come funziona un sistema di transazioni sulla blockchain Ethereum, o solo perchè vogliamo sviluppare una nuova DApp, oppure per semplice curiosità.Vedremo i vari aspetti che ruotano alla creazione e preparazione di un ambiente di test (testnet), sia per crearci un nodo totalmente locale, sia per interagire con gli ambienti di testnet messi a disposizione, quali Rinkeby, Ropsten, Kovan. Vedremo anche come poter implementare sul nostro conto di test, che potremo gestire con Metamask, degli ether, creando delle transazioni (donazioni) verso noi stessi, da una delle testnet sopra descritte, oppure facendo direttamente mining in locale in modalità PoW.Il primo capitolo è già stato pubblicato sul portale di etherevolutionPer accedere direttamente alla lettura del primo articolo, questo è il link: EthereumGETH

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2020-06-12 17:39:31 pos-vs-pow-ethereumEthereum 2.0 consenso con il PoSPoW vs PoSOrmai da alcuni anni si sente parlare dell’arrivo “imminente” del Proof of Stake (PoS) su Ethereum e, in effetti, molti, moltissimi tra appassionati di tecnologia, o semplici utilizzatori (trader etc…), stanno aspettando che tutto ciò si verifichi. Forse questa volta ci siamo e, in questa estate, gia molto strana, potrebbe portare il cambiamento che renderebbe il 2020 un’anno davvero da studiare e ristudiare in futuro.Come sappiamo, “il consenso” è la base del meccanismo della blockchain, ma fino ad oggi, il protocollo che ha fatto funzionare il tutto, è sempre stato il PoW (Proof of Work), molto interessante (all’inizio), quando nei primi tempi ci si poteva avvicinare al mining di Bitcoin, anche solo installando il software ad hoc su di un pc/portatile e provare a capire come fare mining. Tutto questo è svanito piuttosto in fretta quando si è capita l’enorme rivoluzione tecnologica prima, ed economica dopo, che la blockchain ed il mining di Bitcoin avevano regalato al mondo. Ad oggi è possibile trovare video in cui si vedono enormi stabilimenti stracolmi di RIG (computer specifici per portare a compimento i calcoli matematici che servono per il mining, in cui le schede grafiche, le GPU, sono la base portante della potenza e, tra le marche più famose sicuramente c’è la ASICs.) impossibili da avvicinare a causa degli enormi costi di acquisto dei singoli pezzi, in particolare delle GPU e dell’ancor più alto costo di consumo elettrico, necessario a tenere accese queste macchine potenti h24. Non a caso la maggior parte di questi stabilimenti, farm, o come li si voglia chiamare sono stati costruiti in zone del mondo in cui l’elettricità costa poco.mining-farmMining FarmBene, tutto ciò sta per cambiare, poichè con l’arrivo del protocollo PoS il sistema di mining, o meglio ancora il sistema di consenso per la costruzione e validazione dei blocchi sarà del tutto diverso, cambiando completamente l’attuale Status quo. Se ti sei incuriosito e vuoi sapere come, ecco qui sotto il link all’articolo completo che ho pubblicato su etherevolution.Buona letturaCome raggiungere il consenso PoW vs PoS

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2020-06-12 17:08:41 https://tuttiperlinux.blog/2020/06/12/ethereum-il-consenso-e-larrivo-del-pos/
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2020-06-08 17:57:13 https://tuttiperlinux.blog/2020/05/04/ethereum-2/
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2019-10-07 01:29:07 piattaforma Open Source event-drivenNodeJS – una piattaforma Open Source event-drivenOk, ammetto che fino a non molto tempo fa mi ero quasi scordato di Javascript, nonostante fosse stato uno dei primi linguaggi da me studiati, nel lontano 1997, quando mi approcciai al mondo del web; negli anni successivi pero’, non essendo io uno sviluppatore, le tecnologie di gestione e deploy dei server web che dovevo gestire si erano spostate verso un grande quantitativo di linguaggi, in particolare per la parte back-end , passando cosi dal php, perl, python, java, ruby, lua etc……Come stavo dicendo, per me javascript era rimasto in sordina come un linguaggio di scripting che intercorreva tra l’hmtl ed il css, nella composizione piu’ o meno dinamica di una pagina web ,prima che i pesi massimi sopra citati entrassero in campo per svolgere il duro lavoro.Poi, un giorno, a ciel sereno……BOOOOOOOMMMM ! scopro l’esistenza di NodeJS, ed iniziai a chiedermi a cosa si dovesse tutto l’interesse di cui stavo leggendo; scopro quindi che NodeJS e’ una piattaforma Open Source event-driven per l’esecuzione di codice JavaScript Server-side, costruita sul motore V8 di Google Chrome. Mmmmhhhh, ok bene, ma quindi? cosa fa?Ebbene questa piccola rivoluzione creata da Google consente agli sviluppatori di realizzare web application con JavaScript non più solo lato client, ma anche sfruttandolo come linguaggio di programmazione lato server.E gli sviluppi sono davvero moltissimi, cosi tanti che mettere un’elenco sarebbe noioso e stancante ma, tanto per farne uno molto odierno, con NodeJS possiamo, ad esempio, realizzare dei ChatBot.Ma qual’e’ dunque il funzionamento che lo rende cosi appetitoso? Innanzitutto partiamo dal dire che Node funziona con una logica a eventi: quando un evento viene generato, allora viene eseguita un’azione. Grazie a questa tecnica non bisogna attendere che le istruzioni precedenti siano terminate, rendendo cosi il tutto molto veloce.Nella pratica, non c’e’ bisogno di sapere come funziona il V8 per poter utilizzare NodeJS, basti sapere che e’ l’interprete javascript piu’ veloce al mondo, poiche’ e’ stato altamente ottimizzato utilizzando un tipo di programmazione JIT (Just In Time), che trasforma rapidamente il codice javascript in linguaggio macchina.Ma la cosa che, almeno a parere personale, mi ha maggiormente colpito, e’ stato quello che possiamo chiamare come “Modello non bloccante” , questo si basa sul concetto degli eventi, ma per meglio chiarire dovremmo spiegare un minimo la differenza tra modello bloccante e NON bloccante.Immaginiamo di dover creare un programma che ci permetta di scaricare un file da internet e che alla fine dell’esecuzione del download ci mostri un messaggio.Bene, con il modello classico (bloccante) basato sulla programmazione sincrona potremmo schematizzare il processo nel seguente modo:Scarica il fileMostra il messaggioFai qualcos’altroCi aspetteremmo quindi che le azione vengano eseguite in ordine, leggendo le operazioni da eseguire dall’alto verso il basso.Nel sistema asincrono di NodeJS invece le operazioni verranno svolte nel seguente modo:Scarica fileFai qualcos’altroMostra il messaggioPerche’ questa diversita’ nell’esecuzione rende il tutto piu’ veloce e performante? Beh perche’ mentre il sistema effettua il download del file, il programma non rimane in attesa che il processo venga portato a termine ma anzi nell’attesa il programma esegue altre operazioni.Il codice in oggetto avra’un aspetto tipo questo:request(‘http://www.site.com/file.zip’;, function (error, response, body) {
console.log(“Download completato!”);
});console.log(“Mentre aspetto eseguo il resto del codice…”);Quello appena descritto qui sopra e’ un’esempio di procedura di callback Ok ma se non fosse ancora del tutto chiaro, proviamo ancora a spiegare…
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