Get Mystery Box with random crypto!

-EPISODIO 8-   -Poker ?- rispose allibita Primiera. -Ma io so | Soffi d'amore, cuori infranti

-EPISODIO 8-
 
-Poker ?- rispose allibita Primiera.
-Ma io so contare solo fino a 2, come il numero delle mie braccia-
-Si, hai ascoltato almeno qualcosa di quello che ho detto ? la riprese stizzito S.Mario.
L’attenzione della giovane emiliana era completamente catturata da una grossa nuvola a forma di caciotta. Il languore che la affliggeva era così grande che svenne.
-Ho capito, ti darò da mangiare. Forse riuscirai a capirmi poi. 
Primiera si risvegliò in un enorme letto a forma di banana. Una flebo accostata al letto stava infondendo languidamente un “estratto di cotoletta alla bolognese” nelle sue vene. Si sentiva già meglio rispetto a prima. Mentre provava ad alzarsi si accorse che il signor Mario la stava guardando dall’uscio della porta. In mano teneva una grossa bottiglia di olio di semi.
-Tieni, dovrai berne molti litri per ripulire il tuo corpo da tutta quell’acqua- aggiunse, porgendole un bicchiere di olio colmo fino all’orlo.
-Sai, mia moglie ne andava ghiotta, di banane. L’arredamento non è altro che lo specchio di ciò che amava. Questa sarebbe dovuta essere la stanza di nostra figlia. Non te l’ho detto prima perchè me ne vergognavo, ma mia moglie portava in grembo Sbrugoleta quando morì. La vita mi colpì forte come un pugno a tutta potenza ad un bruco.- disse Mario avvicinandosi al letto ed aiutando la ragazza ad alzarsi.
Quando fu in piedi, guardandola negli occhi, le chiese: -Sai perchè cadiamo, Primiera ?-.
-Perchè è impossibile stare tutta la vita in piedi senza mai dormire- rispose convinta.
Mario guardò i suoi profondi occhi vuoti per qualche secondo fino a quando non capì che era meglio lasciare perdere: -Si va bene, vedo che ti sei ripresa. Ti ho portato qua per sfidarmi a poker, e allora che le danze abbiano inizio! Seguimi, andiamo nella sala da gioco-.
Oltrepassata una porta di vetro oscurata fecero ingresso in una piccola stanza con un enorme tavolo ovale color verde ganja. Ad attenderli, sedeva al centro della struttura un’elegante donna vestita da cosplay della vergine Maria.
-I giocatori prendano posto al tavolo, grazie- annunciò beatamente la signora.
Prima di accomodarsi Primiera si mise le ginocchiere e il caschetto pensando tra sè e sè che non conosceva bene le regole di quello sport.
Una volta seduta, non aspettò ad ordinare subito un “Methuselah Louis Roederer, Cristal Brut, 1990” da offrire al suo sfidante esclamando: -bollicine ed è subito festa!-, una frase rimasta impressa tanto tempo prima nella sua grovierosa memoria.
Super Mario la guardò con disprezzo e intimò alla sensuale croupier di distribuire le carte.
-Sarà uno scontro faccia a faccia. Solo io e te-.
Fissando negli occhi Primiera premette un pulsante di un telecomando appoggiato al tavolo da gioco: subito rimbombò nella stanza “Shoot to thrill - AC/DC - Dubstep remix”.
-Questo è ciò che amo definire un epic gamer moment !-
La mazziera iniziò a mescolare normalmente le carte. Primiera era così sbalordita da quella strana azione che continuava a urlare ed applaudire facendo foto e video col suo smartphone come ricordo. 
Mentre venivano distribuite due carte a ciascuno il signor Mario iniziò:
-Sai, penso che il poker non sia molto diverso dal sesso. E’ un gioco di sguardi e parole, e ci sarà sempre qualche asiatico pronto a insegnarti i trucchetti su internet.- 
Finalmente era il momento di agire. Primiera sbirciò le carte e le bloccò saldamente posandoci sopra una caccola come porta fortuna.
-Check- bisbigliò Mario, che aveva appena indossato un paio di google glass e di beats by dre per non far trasparire la minima emozione.
-Anch’io prendo lo stesso- disse Primiera rivolta alla dealer credendo che stessero ordinando la cena.
Sul tavolo si erano materializzate tre figure: un asso di cuori, una donna e un fante di picche.
Super Mario iniziava a sudare, tanto che dalle sue tempie scendevano copiosi rivoli di sudore. I suoi occhi erano completamente sbarrati su quel flop, e con la lingua continuava a leccarsi le labbra come se stesse per pappare un succulento boccone di tortellini.