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“Ciao amo! Sei qui da sola? Dov’è il tuo amichetto?” chiese ma | Soffi d'amore, cuori infranti

“Ciao amo! Sei qui da sola? Dov’è il tuo amichetto?” chiese maliziosa Gigia facendo l’occhiolino, mentre si asciugava le orecchie dalla viscida saliva del suo amante.
“Ciao Gigia, Hey Blake. È andato un secondo a prendermi da bere.”
“Poi ce lo presenti però, vero?”
“Certamente… Ne sarò più che felice” rispose Prim guardando Blake fisso negli occhi, che subito distolse lo sguardo.
Nella mente della giovane emiliana i pensieri vorticavano come un tornado: “Io so cosa hai fatto Blake! Siate maledetti tu e la tua progenie! Possano i tuoi figli nascere da un incestuoso rapporto con gli animali come le grandi e possenti divinità greche. Come può Maicol avermi tradita con te? DEVE ASSOLUTAMENTE ESSERE STATA COLPA TUA! Lo hai incastrato con i tuoi inganni, i tuoi sotterfugi e i tuoi scolpiti gomiti da giocatore di criquet! MI DISPIACE PERO’… Ha scelto me stasera, quindi tornatene dalla tua puttana e non rivolgermi la parola”.
Primiera, concentrata nei flatulenti pensieri che la infestavano, non si rese conto di essere stata in silenzio ad osservare Blake per 5 minuti buoni.
“Come stai Prim?” le sorrise Blake imbarazzato.
“Tutto bene… finché ti tieni la lingua in bocca” rispose Primiera girando i tacchi e andando a cercare Maicol.

La palestra era molto affollata: nella zona bar giovani studenti rabboccavano grandi secchi con il loro vomito, nella pista da ballo coppie interraziali si scambiavano innocenti palpeggi a ritmo di liscio e nell’angolo più recondito della palestra gli iscritti al club della poesia emozionale si passavano carciofoni di gerusalemme mentre parlavano di nichilismo. Dov’era finito Maicol? Lo sguardo di Prim rimbalzava tra la folla come la pallina nella finale regionale di ping-pong Butrecchio contro Montegridolfo. Mentre lei si districava tra le umidicce e sudate braccia della gente attorno a lei come un attentatore al mercato, una calda voce le sibilò all’orecchio, facendola sussultare: “Mi stavi cercando?”.
“Con tanto nesquik… Come piace a te” disse Maicol mentre le porgeva un drink con le sue mani sudaticce. Prim arrossì.
“A noi… e alla morte. Che possa coglierci nel sonno”.
Schienarono i due cocktail in un batter d’occhio.
Maicol tese una mano alla sua giumenca inebetita dall’alcol e chiese “Mi concede questo ballo, milady?”.

In quel momento la band iniziò a suonare una cover di “Per fare un albero”, la canzone preferita di Maicol. I due, avvinghiati, danzavano come dei provetti ballerini ad Amici di Maria de Filippi desiderosi di passare al serale. La tensione sessuale nell’aria era così tangibile che si poteva affettare come una cotoletta. Maicol prese primiera stretta tra le sue possenti braccia ossute, infilandole la lingua bitorzoluta nell’orecchio come era d’uopo tra la gioventù. “Non so quanto tempo ci resta da passare insieme mia amata… Sappi che è stato bello… Ricordati che la vita è come una partita al 10 e lotto, non basta prendere qualche numero, bisogna prendere anche il numero oro”.

Primiera non ebbe il tempo di replicare che un braccio tra la folla la afferrò. Venne trascinata vicino agli spogliatoi, nel bagno dei maschi. Una repentina lingua le si infilò in gola, e con prepotenza non esitò a succhiare il misto di mentina tonic e amara saliva dalla sua profonda laringe. Primiera assecondò il dolce bacio a sanguisuga del misterioso amante, sicura di averlo già assaporato in passato. Una soffice peluria solleticò i suo naso.