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«Non è il tiranno che fa gli schiavi, sono i credenti nella ti | School for Dreamers

«Non è il tiranno che fa gli schiavi, sono i credenti nella tirannia che conservano il mondo in uno stato di schiavitù.»
Giordano Bruno

Penso che per capire a che punto stiamo nel nostro cammino evolutivo di esseri umani dovremmo chiederci spesso, molto spesso, nella logica proposta da Giordano Bruno con questa affermazione, noi dove stiamo?

Può mai esistere un qualsiasi tipo di relazione, persino quella tirannica, senza consenso?

Si potrebbe rispondere sì, invece è no nel 99.% dei casi la risposta è no. Solo il consenso tiene in piedi le relazioni.
L’1% è riservato ai casi di violenza.

Per il resto c’è sempre un consenso.
Felice o infelice ma c’è.

Bene, qual è il miglior trucco del tiranno per ottenere un consenso abbastanza felice?
Far credere ossessivamente che fare ciò che dice (il capo di un azienda, di un team o di una nazione ... non cambia) sia l’UNICA cosa buona e giusta associando subdolamente qualche vantaggio, qualche protezione da qualcosa di pericoloso, far sentire dalla parte del bene, della maggioranza ... se il tiranno riesce in questo (di solito mente, distorce, inventa...)il gioco è fatto!
Egli viene persino ringraziato e a volte osannato dalla “folla” stessa che lo sostiene e lo alimenta (può trattarsi di collaboratori o di cittadini di una nazione ... come dicevo, la dinamica non cambia).

Solo i credenti nella “tirannia” di un capo o di un governante possono dunque tenere in piedi il tiranno e la leva è sempre la paura di qualcosa (perfino quella di non essere abbastanza, di non essere apprezzati, di non essere bravi cittadini...)
La paura è dunque sempre la leva del successo del tiranno da una parte e della schiavitù del credente dall’altra.

Ci si può lamentare del tiranno?

Fino a quando non si capisce accade il contrario, quasi lo si idolatrizza ... per un po’ va quasi sempre bene, ma ad un certo punto la coscienza fa capolino e allora inizia l’inevitabile rivolta!

Alcuni sono veloci, altri lenti, altri ancora sono molto lenti nel riconoscere la trappola in cui sono caduti. Qual è la natura della lentezza? La rabbia di esserci cascati, la consapevolezza di aver dato erroneamente credito a tizio o a caio/a!

Quanta nobiltà c’è invece nell’ammmettere a se stessi l’errore! Una grande nobiltà e intelligenza ma purtroppo i più credono ancora che sia umiliante e allora diventano addirittura i paladini e protettori del tiranno!
Guai a chi lo tocca!

Attendo un tempo in cui non ci sia più bisogno di tiranni e quindi non ci sia bisogno di rivoltarsi!

È così semplice! Basta osservare con distacco, basta smettere di pensare che conformarsi sia intelligente, basta smettere di abbassare la testa pensando che l’obbedienza sia un principio nobile (non lo è affatto in certe condizioni..) infine, basta smettere di avere paura.

Il corpo lo sa, sa riconoscere la paura, la pace, la gioia ... se solo venisse ascoltato potrebbe essere l’indicatore primario delle nostre scelte felici.

In assenza di paura o meglio superata la paura la vita può esprimere la sua straordinaria magia e regalarci la realtà corrispondente ... quella di cui poter andare fieri, liberi, a testa alta, in pace con noi stessi e quindi con gli altri.

Ricordiamoci di interrogarci spesso... è davvero tempo di SMETTERE di alimentare qualsiasi tirannia, qualsiasi!

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