2021-06-30 12:55:39
La comunicazione di Giuseppe Conte e Beppe Grillo ha un problema: le negazioni [VIDEO]Ve ne avevo già parlato a proposito di Giuseppe Conte, ai tempi di:
- “Questo governo
NON lavora col favore delle tenebre” (10 novembre 2020).
Ma potremmo aggiungere all'elenco:
- “Rifonderemo il Movimento 5 stelle,
NON sarà un’operazione di marketing” (2 aprile 2021)
- “
NON siamo qui per una passerella” (Conte all’inaugurazione del Mose di Venezia, 10 luglio 2020).
E la lista potrebbe continuare.
Fateci caso: più volte le affermazioni di Conte contengono quantità di negazioni importanti. E come ho spesso sottolineato in questi anni, il problema della negazione è che rischia di attivare nell’ascoltatore l’immagine mentale opposta rispetto a quella che il comunicatore vorrebbe (“Non sei qui per fare una passerella? Non ci avevo pensato, ma adesso che me lo hai detto, mi dai un'occasione per rifletterci”).
Si tratta di una modalità che è proseguita anche in questi giorni di scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Partiamo proprio dalla conferenza stampa di Conte dell'altroieri:
- “A Beppe dico che
NON ne faccio una questione personale“
- “
NON è certo una battuta irriverente o sgradevole che mi preoccupa”
- “
NON mi accontenterò di una risicata maggioranza”.
Ieri, la risposta di Beppe Grillo sul suo blog:
- “Conte
NON ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”
- “
NON ha visione politica né capacità manageriali”
- “
NON è il consenso elettorale il nostro vero problema".
Il punto è, cari amici: quanto siamo ancora capaci, nella nostra comunicazione, di comunicare ciò che le cose rappresentano per noi, evitando di esplicitarle troppo di frequente in forma negativa?
Ogni volta che usiamo una negazione, esponiamo il pubblico a una necessità di decodifica: tu mi dici come
NON stanno le cose, e io devo decodificare il messaggio
AL CONTRARIO per capire come stanno effettivamente.
È uno sforzo che tu, comunicatore, chiedi a me, ascoltatore.
In quest’era dell'attenzione contesa, è una richiesta tutt'altro che semplice.
La mia domanda è: si può fare di meglio? Secondo me, sì.
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