Get Mystery Box with random crypto!

Far temere è potere La paura è la più importante delle ripercu | Psicologia Ψ

Far temere è potere
La paura è la più importante delle ripercussioni psicologiche dello slittamento dell’asse geopolitico mondiale. È la chiave di “Geopolitica della paura. Come l’ansia sociale orienta le scelte politiche” di Manlio Graziano, docente di geopolitica delle religioni alla Paris School of International Affairs di Sciences Po e all’Università della Sorbona. La paura prevale, insieme al bisogno di essere protetti: prima dalla globalizzazione, che avrebbe bloccato salari e cancellato posti di lavoro, poi dal terrorismo e dall’Islam in generale, poi ancora dalla pandemia. Si è delineato, anche in seguito alla crisi economica del 2008, una confusa opposizione popolo-élite (su cui hanno prosperato alcuni partiti) che è sfociata anche in scontri violenti, come è avvenuto in Francia con i gilet jaunes. "L’economia dell’Occidente è in fase di rallentamento da ormai 40 anni, l’età media delle società è sempre più alta e l’ordine delle cose sta cambiando in modo inesorabile. Il risultato è un’inquietudine diffusa, che attraversa le popolazioni e orienta le risposte della politica".
[https://bit.ly/30dZFmv]

Quell'algoritmo è un po' razzista
L'intelligenza artificiale prende decisioni sulla base dell'analisi statistica di dati tratti dal comportamento umano. E questo la rende permeabile ai pregiudizi diffusi. Uno studioso della materia, Nello Cristianini, anticipa sulla Lettura del Corriere le riflessioni che svolgerà nella "Lettura del Mulino": "Dopo un'adozione entusiastica di questa tecnologia, abbiamo già visto emergere tutta una serie di problemi. Si sono scoperte inclinazioni sessiste in alcuni algoritmi sviluppati per vagliare i curricula, sono stati segnalati possibili comportamenti razzisti in algoritmi che prendono decisioni giudiziarie, stiamo assistendo sempre più alla polarizzazione del dibattito pubblico. In questo momento non comprendiamo abbastanza a fondo l'interazione tra questa tecnologia e la società, e per questo non sarà facile regolamentare il settore, né sviluppare anticorpi culturali".
[Corriere della sera - Edizione cartacea]

La notizia falsa sulle false notizie
Il lavoro di Sacha Altay, psicologo cognitivo e ricercatore al Reuters Institute for the Study of Journalism, rimette in questione alcune delle più radicate convinzioni sul ruolo delle fake news e suggerisce come intervenire ­ e di cosa preoccuparsi realmente. Se la ricerca mostra che gli statunitensi «sono più preoccupati per la disinformazione che per il sessismo, il razzismo, il terrorismo e il cambiamento climatico», le paure per la disinformazione che circola sui social media sono esagerate. La disinformazione «rappresenta una minima parte delle notizie Online (circa l’1%), e una piccola minoranza è responsabile della maggior parte della disinformazione consumata e condivisa Online». Secondo Altay le persone sono capaci di individuare le fake news e di identificare le fonti di informazione affidabili, e di converso non credono affatto a tutto ciò che vedono su internet. Risulta quindi improbabile che i social media esacerbino il problema della disinformazione, che le fake news condizionino eventi politici importanti o che il falso si diffonda più velocemente del vero.
[Il Sole - Edizione cartacea]