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#pagina16 L'assalto al forte Spero che la signoria vostra sia | SoT Italia-Diario di bordo

#pagina16
L'assalto al forte
Spero che la signoria vostra sia disposta a perdonarmi se posticiperò ancora una volta la stesura del raccontro delle mie memorie, ma si è appena conclusa una delle battaglie più drammatiche del secolo. La scorsa notte Trevor aveva individuato delle fortificazioni molto strane su di un isola vicina a Golden Sands. Uno sloop che si era spinto troppo vicino per controllare era stato affondato e mentre la bandiera dello sloop andava a fondo, sul forte veniva issata quella inglese. Nessuno poteva rimanere indifferente: riempimmo la Tusk di piombo e polvere e armammo i migliori tiratori dell'avamposto. Mentre eravamo sul molto a ultimare i preparativi, altre due ciurme chiesero di unirsi a noi per sconfiggere l'uomo civile rintanato su quell'isola. Alle prime luci dell'alba partimmo con il nostro galeone e due brigantini al seguito, pieni di marinai imbevuti di rum. Prima che la nebbia mattutina consentisse alle vedette del forte di individuare anche solo una delle nostre tre navi, tre batterie di cannoni fecero fuoco mirando all'isola provocando il caos e gettando i soldati nel panico. Dopo qualche giro attorno all'isola riuscimmo a devastare ogi singolo pezzo di artiglieria e i primi pirati iniziarono a sbarcare sull'isola armati fino ai denti. Dopo le manovre di attracco scendemmo anche io e il caro Trevor. I nostri si davano da fare, menando fendenti a questo e a quello e sparando alle vedette rintanate dietro alle feritoie. Noi non fummo da meno, uccidendo più di una guarnigione e facendo saltare in aria un barile di polvere provocando una breccia nell'ultima linea di mura, dietro la quale si erano rintanati gli ufficiali con i loro preziosi averi. Dopo aver insegnato a quei ben vestiti signori un po' di educazione marittima, tornammo sulle navi carichi di oro. Al secondo carico mi accorsi di una mappa della regione appesa nella stanza degli ufficiali sulla quale era segnata una seconda fortezza non lontana da questa. Così decidemmo di partire per distruggere anche quella e dopo poche ore di vela giungemmo all'isola che fu teatro del secondo scontro della giornata. Quando giungemmo il sole era alto e il cielo limpido, fummo perciò avvistati dopo poco e la nostra avanzata fu perciò messa a rischio dalle continue batterie di artiglieria che arrivavano dalla fortezza. Uno dei due brigantini perse una vela ed un cannone a causa dei bombardamenti, ma il morale di ognuno di noi era troppo alto per poter essere guastato da un po' di piombo. Così riuscimmo dopo molto tempo e molte perdite ad abbattere anche l'ultimo pezzo d'artiglieria e così le prime orde di pirati scesero dalle navi. Questa volta scesi anche io con loro ed affidai a Trevor il controllo dell'attracco. Sulla spiaggia ci attesero con i fucili spianati e tiravano già da quando eravamo fuori portata. A salvarci fu uno dei pirati che aveva bortato con se delle bombe da fumo. Le innescò e le lanciò sulla spiaggia creando una nuvola bianca che coprì il nostro sbarco. I soldati continuavano a sparare sulla nuvola ma molti dei loro colpi non andarono a segno. Ci lanciammo verso di loro e li sorprendemmo all'arma bianca facendo brandelli dei loro corpi. Avanzammo fino alla prima linea di fortificazioni e lì dovettimo aspettare i rinforzi dalle navi poiché questa volta erano più organizzati e tenevano duro. Dalle navi qualcuno sparò una cannonata che ci aprì la via e lì fu un massacro. Dopo aver liberato definitivamente la fortezza e portato sulle navi i tesori, prendemmo tutti i feriti e i prigionieri che avevamo fatto e gli impiccammo uno per uno lasciandoli penzolare dai bastioni. La Jolly Roger, adesso, sventola su tutte e due le fortezze. Quest'oggi, un mucchio di uomini liberi hanno perso la loro vita, ma sono stati vendicati e il fuoco dei loro cuori accende ancora le micce dei nostri cannoni.