2022-08-16 11:38:23
Ieri ho portato le mie figlie al Luna Park. Un sacrificio non da poco, per uno come me.
Abbiamo lasciato l'auto un po' distante, avvicinandoci poi a piedi mentre il boato, costituito dall'impasto di tutte le musicacce diffuse dai vari stand, metro dopo metro si faceva sempre più inquietante.
Giunti nel pieno dello sfolgorante delirio, ho visto le due ragazzine trasfigurarsi. Riempirsi, in pochi istanti, di traboccante euforia. Ogni giovane che si aggirava in quel Paese dei Balocchi ostentava quello stesso sguardo, un po' fanatico, di chi ha un ruolo superiore da assolvere. Il sacro ruolo del divertimento ad ogni costo. Tanto più affascinante se pericoloso.
Seggiolini appesi a lunghe catene venivano proiettati verso il cielo sfidando con sprezzante tracotanza le resistenza della materia. Coppie di corpi ciondolanti, a prima vista inanimati, subivano passivi le scosse violentissime impresse da enormi e sfavillanti braccia
Le mie due figlie, rincorrendo qua e là le molteplici scie dei loro coetanei, sono finite a un certo punto nel baraccone degli autoscontri. Ed è partita la corrida dei tamponamenti a catena, del tutti contro tutti, del confinamento agli angoli della pista degli autisti meno avvezzi, meno smaliziati. Quelli contro cui, puntualmente, si accaniva rapida l'umiliante percussione dei più esperti.
A fine corsa, la figlia maggiore è scesa dalla sua vettura per andarsi a procurare un altro gettone. Abbandonando inconsapevolmente la sorella più piccola, che ha nove anni, da sola sul mezzo.
Improvvidamente, incoscientemente, mentre ancora mia figlia pagava, il giostraio ha fatto ripartire la sua diavoleria senza curarsi di quella bimba lasciata da sola su una vettura inerte, nel bel mezzo del campo di battaglia.
I primi scossoni, provocati dagli urti li per lì casuali di qualche ragazzino inconsapevole, hanno cominciato a spaventarla. E a spaventare me, che ho preso a sbracciarmi per attirar l'attenzione del giostraio e lo sguardo preoccupato della mia piccola. Volevo rassicurarla, ma Lucrezia è scoppiata presto in un pianto a dirotto. E quando gli altri ragazzi se ne sono accorti, hanno preso a far a gara per proiettare i loro mezzi contro il suo, terrorizzandola sempre più tra mille risate dense di sadica e derisoria soddisfazione.
Tutti quegli urti l'hanno via via spinta verso il bordo. Mi sono fiondato in quella direzione, le ho urlato di star tranquilla. E quando la sua vettura mi è giunta a tiro, nel vortice del casino generale, l'ho afferrata per una piccola sporgenza metallica e, con tutte le mie forze, l'ho tirata più vicina a me. A quel punto, la mia bimba in lacrime è saltata sulla terraferma, facendosi avvolgere a lungo dal mio forte abbraccio.
Ecco, ho pensato. La vita, alla fin fine, è proprio così.
Con tutte le sue luccicanti illusioni, il susseguirsi incoerente e assurdo di sorrisi e lacrime, gli abbandoni durante la battaglia, l'accanimento disperato di chi gode dei tuoi dolori e la solitudine sconsolata che improvvisamente ti coglie, nel bel mezzo della festa.
Ecco. La vita è proprio così, come questa giostra impazzita da cui, a un certo punto, bene o male si riesce a saltar via.
Rifugiandosi, meritatamente, in un dolce abbraccio finale.
Pietro Ratto - BoscoCeduo.it
226 viewsPietro Ratto, edited 08:38