2022-08-10 11:28:12
Gli italiani chiedono giustizia sociale, sviluppo sostenibile e lavoro.
La lotta alle diseguaglianze e la crescita diffusa dovrebbero essere la stella polare di tutta la politica, specie dopo i danni economici e le nuove disparità prodotti dall’emergenza sanitaria e poi dalla guerra.
La destra si è invece lanciata nella consueta lotteria di proposte irrealizzabili e, soprattutto, inique.
Flat tax al 23% per tutti, come promette Berlusconi, o al 15% per i lavoratori dipendenti, come propone Salvini...
Ciò significa, di fatto, scardinare quel principio di progressività fissato nell’articolo 53 della Costituzione.
L’intenzione della destra è ancora una volta penalizzare la parte più povera del Paese. La flat tax al 23%, infatti, avvantaggia molto i redditi alti, ma soprattutto lascia un conto molto salato da pagare.
E chi sarà a pagare? Ancora una volta chi ha meno, quando invece oggi abbiamo bisogno più che mai di investire nelle politiche pubbliche per la lotta alle diseguaglianze, costruire opportunità per le imprese e realizzare uno sviluppo diverso.
Quali sono le maggiori voci di spesa dello Stato? Sanità, scuola, università, politiche sociali.
La realtà è che la destra si disinteressa dei giovani, del ceto medio e di quello più disagiato.
Ecco perché dobbiamo batterci.
Perché durante l’esplosione del Covid siamo stati noi a dire: ne usciremo e nessuno deve essere lasciato solo. Abbiamo mantenuto i patti. Non è un caso dunque che siamo stati noi a batterci per il protagonismo dell’Europa e il piano di investimenti del Next Generation. E non è un caso che la destra ha votato contro 5 volte.
Per noi la proposta è molto chiara: sostenibilità ambientale e sociale, innovazione, formazione, lavoro di qualità, digitalizzazione a cominciare dai servizi, semplificazione radicale dello Stato.
Per questo vogliamo maggiori investimenti nella sanità, nella scuola pubblica e negli asili nido con l’obiettivo di rendere completamente gratuito il percorso formativo.
Vogliamo una retribuzione giusta e alzare gli stipendi, ma a partire da quelli bassi e medi, abbassando le tasse sul lavoro e combattendo più efficacemente l’evasione fiscale.
Dopo decenni le risorse ci sono. Il nostro progetto per l’Italia prevede maggiori incentivi agli investimenti privati in innovazione e una grande opera di semplificazione burocratica. Lo Stato deve servire chi vuole fare impresa e non opprimerlo.
Questo ci si aspetta da noi: un futuro che sia di opportunità e benessere, e non di paura.
Ne ho parlato oggi su La Stampa.
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