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Riflessione scritta da Matteo Nucci, su 'Venerdì di Repubblica | Mondo filosofia

Riflessione scritta da Matteo Nucci, su "Venerdì di Repubblica".

Per gli antichi greci più che la filosofia esisteva il filosofare. Un’azione, anzi una pratica, subito chiara nel significato originario del verbo: amare (philein) la sapienza, la saggezza (sophia). Il filosofo, dunque, non aveva nulla a che vedere con il tipo umano a cui siamo abituati. Come il medico, egli era dedito a una terapia, terapia non del corpo ma dell’anima. Soprattutto dopo la grandiosa riflessione filosofica tedesca dei secoli XVIII e XIX , noi identifichiamo il filosofo in un uomo immerso nella ricerca teoretica, chino sui libri, sempre alle prese con domande circa il senso dell’essere. Nell’antichità invece la pratica di chi era in cerca di saggezza possedeva un carattere immediatamente vitale, per nulla estraneo alla quotidianità. Il fine della conoscenza consisteva in qualcosa di molto semplice e comune a tutti gli esseri umani: raggiungere la felicità. Come vivere bene la nostra breve vita? Come essere felici?

I filosofi indagavano, aprivano scuole e spesso mettevano per scritto i risultati delle loro ricerche. Offrivano insomma una strada: la loro pratica coincideva con il “vivere bene” che si preoccupavano di insegnare, poiché essi erano innanzitutto educatori. Il più esemplare tipo umano di questo genere fu Socrate. Innumerevoli furono coloro che presero a seguirlo e che, dopo la sua morte, cercarono di proseguire sulla via che ritennero più giusta. Il principale lo conosciamo tutti. Si chiamava Aristocle e per le sue ampie spalle fu soprannominato Platone. La sua genialità oscurò gli altri amici (più che discepoli) di Socrate che infatti la storia ribattezzò con un epiteto poco affettuoso: “socratici minori”. Tra di essi, uno dei più dimenticati era nato a Cirene, nell’attuale Libia orientale, si chiamava Aristippo e fu noto al suo tempo poiché identificava la felicità nel piacere.

Ma che tipo piacere? – dobbiamo chiederci noi oggi. E in che senso la felicità può identificarsi con esso? Delle riflessioni di Aristippo è rimasto davvero poco e quel poco è stato oscurato a lungo.

Chi è Aristippo? Approfondiremo nei prossimi giorni

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