2021-11-21 20:03:21
IL PROCLAMA DI PEPPONE corretto da don Camillo
Sul tardi arrivò in canonica il vecchio Barchini, il cartolaio del paese, il quale, possedendo due casse di caratteri e una pedalina del 1870, aveva scritto sulla bottega ≪Tipografia≫. Doveva avere cose grosse da raccontare perché rimase un bel po' nello studiolo di don Camillo.
Quando Barchini se ne fu andato, don Camillo corse a confidarsi col Gesù dell'altare.
≪Novità importanti!≫ esclamò don Camillo. ≪Domani il nemico manda fuori un manifesto. Lo stampa Barchini che mi ha portato la bozza.≫
Don Camillo trasse di tasca un foglietto fresco di stampa e lesse ad alta voce:
PRIMO E ULTIMO AVVISO
«Ancora ieri sera una vile mano anonima ha scritto un offensivo insulto sul nostro giornale murale.
«Stia in gamba quella mano di qualche mascalzone che approfitta dell'ombra per svolgere azione biecamente provocatrice, qualora il quale non la smette dovrà poi pentirsene quando sarà oramai irreparabile.
«Ogni pazienza a un limite.
Il segretario della Sezione Giuseppe Bottazzi».
Don Camillo sghignazzò .
≪Cosa Ve ne pare? Non e un capolavoro? Pensate, domani, che spasso la gente quando vedrà sui muri i manifesti. Peppone che si mette a fare i proclami! Non è roba da crepare dal ridere?≫
Il Cristo non rispose e allora don Camillo si stupì.
≪Non avete sentito che stile? Volete che Ve lo rilegga?≫
≪Ho capito, ho capito≫ rispose il Cristo. ≪Ognuno si esprime come può. Mica è lecito pretendere che uno il quale ha fatto solo la terza elementare badi alle sfumature stilistiche.≫
≪Signore!≫ esclamo don Camillo allargando le braccia. ≪Voi chiamate sfumatura un guazzabuglio di questo genere?≫
≪Don Camillo: l'azione più pitocca che si può commettere in una polemica è quella di aggrapparsi agli errori di grammatica e di sintassi dell'avversario. Quel che contano, nella polemica, sono gli argomenti. Piuttosto, tu devi dirmi che è bruttissimo quel tono di minaccia che ha il manifesto.≫
Don Camillo ripose in tasca il foglietto.
≪È sottinteso≫ borbotto. ≪La cosa veramente riprovevole è il tono minaccioso del manifesto. D'altra parte cosa volete aspettarvi da questa gente? Non capiscono che la violenza.≫
≪Eppure≫ osservo il Cristo ≪nonostante le sue intemperanze, quel Peppone non mi ha l'aria di essere proprio un soggettacio.≫
Don Camillo si strinse nelle spalle.
≪È come mettere vino buono dentro una botte marcia patocca. Quando uno entra in certi ambienti e pratica certe idee sacrileghe a certa gentaccia, finisce che si guasta.≫
Ma il Cristo non pareva convinto.
≪Io dico che, nel caso di Peppone, non ci si deve fermare alla forma ma bisogna indagare sulla sostanza. Vedere cioè se il Peppone agisce spinto da naturale malanimo, oppure se agisce sotto l'impulso di una provocazione. Con chi ce l'ha, secondo te?≫
Don Camillo allargo le braccia. E chi poteva saperne niente?
≪Basterebbe sapere di che genere era l'offesa≫ insiste il Cristo. ≪Egli parla di un insulto che qualcuno ha scritto ieri sera sul suo giornale murale. Quando tu, ieri sera, sei andato dal tabaccaio, non sei per caso passato davanti a quel giornale murale? Cerca di ricordarti.≫
≪Effettivamente si, ci sono passato≫ ammise francamente don Camillo.
≪Bene. E non ti e capitato di fermarti un momentino a leggere la tabella?≫
≪Leggere, veramente no: più che altro ho dato una sbirciatina. Ho fatto male?≫
≪Neanche per sogno, don Camillo. Bisogna sempre tenersi al corrente su quello che dice, scrive e, possibilmente, pensa il nostro gregge. Te lo chiedevo soltanto per sapere se tu hai notato qualche strana scritta, quando ti sei fermato.≫
Don Camillo scosse il capo fermamente.
≪Posso garantirvi che, quando mi sono fermato, non ho visto scritto niente di strano sulla tabella!≫
Il Cristo rimase qualche istante soprappensiero.
≪E quando te ne sei andato, don Camillo, hai visto se c'era scritto qualcosa di strano?≫
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