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La versione di Putin: le ansie del Cremlino e la Russia sullo | Maurizio Vezzosi

La versione di Putin: le ansie del Cremlino e la Russia sullo scacchiere dopo il voto

di Maurizio Vezzosi – Mondo Economico – 29 settembre 2021

La Federazione Russa si è appena lasciata alle spalle le elezioni del parlamento e un voto che ha segnato la conferma di “Russia Unita” come primo partito, seppur notevolmente ridimensionato nel suo livello di consenso.
I contorni disegnati dal voto - non esattamente trasparente - sono quelli di un paese con un asse politico spostato verso sinistra, con milioni di russi evidentemente poco entusiasti della propria condizione sociale - specie in certe regioni - e delle proprie prospettive di vita. La principale novità del voto è infatti l’importante rafforzamento del secondo partito, il KPRF (Partito Comunista della Federazione Russa) attestatosi sulla soglia del 20% dei consensi. Un rafforzamento avvenuto nonostante le irregolarità che lo stesso partito ha denunciato.
Lo scenario politico sostanziatosi all’indomani del voto può portare ad evoluzioni di diverso genere: il rischio che i contrasti tra il KPRF, di cui Gennadij Zjuganov è segretario, e il blocco di potere di “Russia Unita” si facciano più aspri non è zero. Ma se da una parte la verticale del potere del Cremlino cercherà di contenere il più possibile il ruolo dei comunisti, dall'altra si troverà a dover tener conto del favore di cui questi godono in seno alla società russa: un fatto che difficilmente porterà il Cremlino a sostenere politiche che creino una contrapposizione frontale tra le due principali forze del paese e che rischino di compromettere l’unità nazionale. All'indomani del voto, Zjuganov ha dichiarato: «Nel paese ci sono due pilastri che si confrontano: quello patriottico, che si confronta con noi, e quello liberal-cosmopolita, sempre disposto a mentire e a svendere il Paese».

Benché la Federazione Russa sia tutt’altro che un fulgido esempio di democrazia liberale, l’elemento imprescindibile che su cui poggia l’equilibrio tra politica e società è quello del consenso.
Un elemento fondamentale, visto il numero di dipendenti di organismi e aziende pubbliche, forze militari e di polizia presenti in seno alla società russa. Fondamentale, a dispetto di una situazione in cui gli organi legislativi, esecutivi e giudiziari sono di fatto tutti sotto il controllo del medesimo blocco di potere. Rispetto alla politica estera, ed in particolare al rapporto con l'Occidente, la stragrande maggioranza dell'opposizione russa sostiene orientamenti e posizioni ben più radicali di quelle di “Russia Unita” e assai meno propense al dialogo ed al compromesso. Non di rado le opposizioni stigmatizzano l'azione del Cremlino come poco risoluta nei confronti dell'Occidente: se da una parte certe prese di posizione potrebbero essere considerate in larga misura volte alla ricerca del consenso, dall'altra questo atteggiamento implica che certi umori siano piuttosto diffusi in seno alla società russa.

"Russia Unita" e la Crimea

Il fatto che alcune pulsioni compongano il senso comune di ampie porzioni della società russa emerge in modo sistematico: ad esempio, il centro di ricerca sociale “Levada” rilevò il picco della popolarità di Vladimir Putin all'indomani dell'operazione che nel 2014 riportò la Crimea de facto sotto sovranità russa. Dopotutto, il peso politico delle forze d'opposizione russe con un orientamento filooccidentale continua a risultare risibile.

La nostalgia del passato

Per stemperare una rilevante insofferenza nei confronti di “Russia Unita” sono state presentate le candidature del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov e del Ministro della Difesa Sergej Shoigu: due pilastri della politica estera del Cremlino e della sua politica militare. Una scelta volta a polarizzare il consenso dei milioni di russi che guardano con nostalgia e favore al passato sovietico, al rinnovato prestigio internazionale di Mosca, così come alla figura di Vladimir Putin.