2023-07-14 21:21:35
Si dice che il cammino racchiuda nel gap considerato le tre fasi della propria vita, io sarei nella resa dei conti nella mia vita vissuta, ma il mio cammino è soltanto alla mia adolescenza con i miei oltre 300 km camminati fino ad ora.
La tappa di questa giornata era particolarmente potente per il fatto che dovevo camminare per oltre 17 chilometri soleggiati e pochissimi posti dove rilassarsi potendosi mettere a sedere, tanto è vero che io e Vera ci siamo seduti per terra per concederci un panino e riposare un pò le gambe.
Proprio come la mia adolescenza, estremamente cruda con me e arcigna. Le zone desolate della mia gioventù le ho vissute proprio in questa giornata. Non sono mai stato il primo della classe, mi sono sempre distinto e allo stesso tempo piazzato, ma non sono mai diventato il numero uno, in niente! Quello probabilmente è un privilegio a chi non disturba mai e a chi non crea problemi, del sistema appunto. Cosa che francamente non mi appartiene affatto.
Se nasci come "dito nel culo" non puoi far altro che esserlo nel migliore dei modi.
Vera all'inizio di questa tratta lamenta un forte dolore al tendine della gamba sinistra, decidiamo cosa fare, io sarei stato per tornare indietro ma non ci sta. Penso allora a come alleggerirla,, carico il suo zaino pesante nel mio carretto e partiamo, diciassette chilometri di sole, vento contrario, scenari di campi privi di colori e fiori. nel cammino ti rinvigorisci per i paesaggi che vedi. Sei abbracciato da colline e scenari dove non puoi altro che piangere, ti commuovi e preghi. Preghi tutto, l'albero che hai di fronte, il tuo parente che non c'è più e anche Dio. Preghi un Dio originale, come lo senti tu. Non come te lo hanno spiegato i dotti della chiesa. Non sai effettivamente se è buono o cattivo, parlo con sincerità, ma ha dato vita a tutto, e anche il senso a tutto questo. Credo che il mio impegno sia nel cercare di capirlo, piuttosto che giudicarlo in attesa di poterlo collocare nel mio sistema di considerazione.
Inizia la camminata, abbiamo entrambi paura. Sappiamo che se non riescisse più a camminare sarebbe un problema vero. Un problema che il sistema ti potrebbe risolvere ma tu quando sei in mezzo al nulla con una possibilità di poterti far capire come potrebbe un bambino di tre anni. Anche se davvero lo spagnolo lo sto imparando.
Cammini e preghi, cammini e pensi. Io e Vera non parliamo per quasi tutte le sei ore, se non per chiedere come sta e altre volte per pentirsi di averlo fatto, credendo di averla fatta ripiombare nel suo incubo.
Il vento ti sposta e ti affatica, ma lenisce il calore del sole torrido. La trada si svolge davanti a noi ma allo stesso tempo ti porta presso la meta. I campi incolori e muti ti rimandano a cercare colori dentro di te. Così è la vita e nel cammino la senti.
Il sistema ti educa ad un'esistenza di plastica dove tutto ciò che ti risolve alla fine te lo costringe. Nel senso che ti crea una grande assuefazione al fatto che non attingi alle tue risorse per cavartela. Punti sul sistema e questo di abbindola, ti risponde, ti coccola e ti droga.
La vita o te la risolvi o altrimenti crederai sempre e soltanto di averla compresa mentre l'avrai solo sentita cantare da altri.
Questo è il male di questa epoca, non si sente l'esistenza perché è tutto veloce e facile.
Alla fine di questa tappa siamo arrivati, malconci, doloranti. Io che ho sopportato l'alternanza di dolori continui cercando così di dare forza a vera. Scoprirà di questo solo quando leggerà questo mio.
Allo stesso modo il fatto di prendermi la responsabilità della sua riuscita a stimolato in me super poteri a tutti gli effetti.
Domani riposeremo, oggi abbiamo fatto davvero poche foto. Per descrivere quello che abbiamo intimamente provato sarebbe stata necessaria una radiografia magari, che nessuno però capirebbe perché certe esperienze sono tue e solo tue. Puoi raccontare gli effetti ma non tutti esche nel raffigurare e nel condividere si insidia una banalità demoniaca che coinvolge chi la racconta e chi l'ascolta.
772 viewsLuca Nali, 18:21