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Notizie e curiosità dal mondo elettrotecnico.

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Gli ultimi messaggi

2020-02-15 16:29:34 Quanto può impattare sulla rete nazionale l'avvento delle auto elettriche? Sono davvero ecologiche o sono solo un palliativo per delocalizzare le emissioni? E la range anxiety? Queste ed altre domande sono state poste ad una voce di spessore all'interno della National Grid, la rete elettrica inglese. Ciò che emerge è l'elevata capacità della stessa di sopportare un forte cambiamento come in questo caso. Resilienza è la parola d'ordine e, oltre a dimostrare la sua forza, la rete elettrica beneficera dall'imminente mutamento aumentando la sua flessibilità ed intelligenza, rendendola capace di adattarsi ai carichi e alla produzione da rinnovabili. È il motivo per cui si parla di caricabatterie 'smart by design', di ulteriore potenziamento e svecchiamento dei consolidati sistemi di trasmissione e distribuzione, dismissione di impianti di produzione inquinanti a favore di fonti rinnovabili. Non in ultimo l'attenzione viene messa sulla prima e seconda vita delle batterie al litio e sull'importanza del 'total cost of ownership' dell'automobile per poter apprezzare la bontà dell'investimento nell'elettrico. Sembra di ripetere sempre lo stesso disco ma il tema e ora più che ma attuale e permette di apprezzare lo stretto intreccio che lega veicoli e reti nazionali ed internazionali, entrambi capaci di vivere egregiamente da soli e in grado di brillare quando lavorano l'uno con l'altro per massimizzare le prestazioni reciproche.
Matteo
https://www.vaielettrico.it/le-leggende-da-sfatare-su-energia-e-veicoli-elettrici/
172 views13:29
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2020-02-13 14:00:06 Chi è il Gestore dei Mercati Energetici? Il GME, questo l’acronimo, è la società che in Italia si occupa di gestire il mercato elettrico, cioè la compravendita dell’energia elettrica, ed è partecipata al 100% dal Gestore dei Servizi Energetici. Nel mercato elettrico trovano spazio produttori, consumatori e grossisti, che possono stipulare fra loro dei contratti di acquisto e di vendita dell’energia elettrica appunto. In questo contesto si colloca la famosa liberalizzazione del mercato dell’energia, ovvero la possibilità per l’utente finale di scegliere il proprio fornitore di energia elettrica all’interno del libero mercato, senza più doversi rivolgere per forza al distributore del sistema in bassa tensione della zona di fornitura (il servizio a maggior tutela terminerà definitivamente a luglio di quest’anno, salvo ulteriori proroghe). A quale prezzo viene venduta e comprata l’energia elettrica nel mercato elettrico? Il sistema non è così semplice da descrivere in poche righe, ma se siete curiosi di sapere giorno per giorno qual è il Prezzo Unico Nazionale per l’acquisto di energia elettrica, quanta energia elettrica viene venduta e comprata, qual è stato l’andamento dei prezzi, potete consultare il sito web messo a disposizione dal GME. Buona consultazione!
Marco
http://www.mercatoelettrico.org/it/
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2020-02-11 19:15:35 Ricarica wireless. L'argomento non è nuovo e la tecnologia e già presente, dalle stazioni per smartphone agli impianti per autobus elettrici ed altri mezzi di trasporto organizzati in flotte. Il prossimo passo è sicuramente la ricarica in movimento. I progetti…
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2020-02-08 14:00:36
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2020-02-08 14:00:06 Se ogni tanto vi capita di viaggiare, non solo in Europa, ma anche in America o in altre parti del mondo, certamente avrete già incontrato il problema di comprare un adattatore per le spine dei caricabatterie e di eventuali altri caricatori che vi portate dietro. Nel mondo infatti vengono utilizzati 18 diversi tipi di spine (e di conseguenza di prese), quasi sempre incompatibili tra loro, in alcuni casi compatibili anche se di diverso tipo (come Brasile e Sudafrica, che sono compatibili con le europee di tipo C). I più utilizzati fra questi 18 sono 4 in particolare, quelli definiti dalle lettere A, C, G e I.
Il tipo A è a due poli ed è molto utilizzato negli Stati Uniti, in Canada, Giappone e Cina. Il tipo C si trova in quasi tutta Europa ed è quello a cui siamo abituati. Il tipo G, a tre poli, va per la maggiore nel Regno Unito, in Irlanda e in altre regioni dell’Asia e del Medio Oriente. Infine, il tipo I, anche lui a 3 poli, è diffuso in Australia, Nuova Zelanda e altre regioni dell’Oceania. Occorre dire in tutta franchezza che le differenze non si hanno solamente recandosi all’estero, ma molto spesso anche nello stesso paese vengono utilizzati standard differenti, come nel caso dell’Italia. Guardando fra i vostri dispositivi in casa noterete infatti sicuramente 3 tipi diversi di spine: le spine a 10A (quelle con gli spinotti più piccoli) e le spine a 16A e Schuko (generalmente utilizzate per elettrodomestici di taglia più grande).
Come se non bastasse, non solo si usano prese e spine diverse in giro per il mondo, ma anche i sistemi elettrici utilizzano in alcuni casi valori di tensione e frequenza diversi. In Italia il sistema in bassa tensione utilizza una tensione di fase di 230V e una frequenza di rete di 50Hz. Andando all’estero occorrerà fare attenzione che i dispositivi in nostro possesso siano eventualmente compatibili con il sistema elettrico del paese di destinazione, in cui è possibile trovare valori della tensione di fase e della frequenza di rete differenti.
Nelle immagini seguenti potete trovare delle mappe che illustrano a colpo d’occhio i concetti qui espressi. Molto utile è anche il sito dell’International Electrotechnical Commission: https://www.iec.ch/worldplugs/map.htm
Marco
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2020-02-04 17:48:12 Ricarica wireless. L'argomento non è nuovo e la tecnologia e già presente, dalle stazioni per smartphone agli impianti per autobus elettrici ed altri mezzi di trasporto organizzati in flotte. Il prossimo passo è sicuramente la ricarica in movimento. I progetti sperimentali esistono, dal MIT al Politecnico di Torino, nell'ambito del progetto 'Fabric'. Lo scenario tipico è quello di tratti autostradali con alte velocità di percorrenza, veicoli generalmente distanziati tra loro e stazioni piuttosto rarefatte, soprattutto quelle di ricarica super rapida. Le bobine che compongono il sistema di ricarica distribuito si occuperebbero di compensare la quantità di energia persa dal veicolo durante la marcia assicurandogli di entrare ed uscire dal tratto appena percorso con la percentuale di carica pressoché invariata, magari anche lievemente aumentata. Per di più il costo di utilizzo del servizio pare sia trascurabile rispetto al costo di installazione, per tal motivo non verrebbe richiesto ulteriore esborso se non quello relativo al pedaggio, che già includerebbe i lavori ordinari di posa del manto stradale e della nuova tecnologia. E se dopo milioni di investimenti, rinnovamento totale dei manti autostradali e probabile aumento dei pedaggi (perché nonostante quanto detto sopra, siamo pur sempre in Italia), la spesa non valesse l'impresa? E se venisse di colpo inventata la batteria con capacità di 1 GWh a fronte di un peso di 10 chili? (lasciatemi passare l'estremismo). Immaginiamo un autogrill con 100 auto elettriche tutte collegate in contemporanea ad altrettante colonnine fast charge da 150 kW. Come dice il prof. Guglielmi sarebbe necessaria un'intera centrale elettrica, in assenza di metodi alternativi di ricarica, per soddisfare l'assorbimento dei 15 MW di potenza richiesti e più capienti e leggere diventeranno le batterie e più in fretta (cioè con più potenza) i proprietari richiederanno che le loro auto siano cariche e pronte a partire. In compenso l'energia consumata da un veicolo in marcia in autostrada dovrebbe rimanere sostanzialmente invariata se si conservano gli attuali limiti di velocità.
L'investimento, se ben fatto, potrebbe essere buono per i prossimi 20 o 30 anni (tecnologie legate al manto stradale DEVONO richiedere poca manutenzione e il minor numero di interventi possibili per essere prese in considerazione) e potrebbe finalmente eliminare la 'range anxiety' permettendo alle auto elettriche di slegarsi dal ruolo di auto da città e breve percorrenza.
Matteo
https://www.newsauto.it/notizie/ricarica-wireless-auto-elettriche-2018-158448/
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2020-02-01 14:10:06 La possibilità di sostituire le batterie della tua futura auto elettrica è allettante ed è la cosa che continui a suggerire ai tuoi amici come panacea di tutti i mali che l'elettrico porta con sé. Ovviamente non è cosi semplice e sei hai degli amici che ti ascoltano quando parli di questi argomenti, be allora lo sanno anche loro. Chi si sta muovendo su questo fronte è la Cina che, dall'alto della sua egemonia nel settore e del forte controllo statale esercitato sulle aziende, ci riprova nel tentativo, già fallito una volta, di standardizzare i pacchi batteria delle auto di modo da creare una infrastruttura di battery swap che permetta una più capillare penetrazione della tecnologia. Nonostante la buona volontà e l'ottima idea le aziende europee remano contro affermando che una eccessiva standardizzazione limiterebbe molto la capacità di offrire prodotti vari e differenti in un mercato competitivo, oltre che rafforzare lo strapotere asiatico. Ma se da un lato le grosse compagnie inneggiano alla libertà del mercato per poi inglobare e fagocitare chiunque provi a minare la loro egemonia di mega gruppo leader nel settore, dall'altro le piccole aziende e i loro ingegneri mettono in atto soluzioni vere sfidando preconcetti e realtà granitiche consolidate. È il caso di Flymove Bertone, il gruppo ha già sviluppato un battery swap system cosi competitivo da permettere per la prima volta in assoluto di mandare un'auto elettrica su una pista di Endurance (ancora da definire quale). Che sia pura pubblicità o il trampolino di lancio per qualcosa di promettente sarà solo il tempo (inteso come cronometro al traguardo della competizione) a dirlo.
Matteo
https://www.vaielettrico.it/standardizzazione-e-battery-swapping-la-cina-ci-riprova/
https://www.vaielettrico.it/flymove-bertone-in-pista-con-il-battery-swap/
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2020-01-30 14:00:05 Droni, smart bracelet, wearable, sensori connessi di ogni tipo sono ormai entrati a far parte della nostra realtà quotidiana; tutti questi dispositivi richiedono circuiti elettrici sempre più piccoli, efficienti, talvolta flessibili o realizzati con geometrie complesse. Una ricerca condotta dalla School of Engineering della Rutgers University (New Jersey) promette di rivoluzionare questo settore, consentendo di realizzare circuiti elettrici ad alte prestazioni (ottima conducibilità) all’interno di materiali plastici stampati in 3D.
La tecnica, denominata “Intense Pulsed Light Sintering”, è basata sull’emissione da parte di una lampada allo xeno di impulsi di luce ad alta energia, focalizzati con precisione in modo da fondere sottili nanofili composti da particelle d’argento. L’obiettivo è riuscire ad integrare questa tecnologia all’interno delle macchine di Additive Manufacturing, per realizzare unità integrate in grado di produrre dispositivi completi contenenti circuiti miniaturizzati e ad alte prestazioni.
Possibili applicazioni riguardano droni, piccoli satelliti CubeSat, impianti biomedici e sensori.
Lorenzo
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214860419309340
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2020-01-28 14:00:06 Tesla, la società di auto elettriche fondata da Elon Musk, vale ora in borsa circa 100 miliardi di dollari. È un risultato sorprendente per un’azienda che, seppur indubbiamente innovativa e con buone prospettive di crescita future, è comunque attualmente molto più piccola delle concorrenti con le quali compete. Sul podio Tesla si piazza infatti seconda, dietro Toyota e prima di Volkswagen. I risultati di vendita e di fatturato sono tuttavia ridotti se confrontati con gli altri due giganti del settore: Tesla ha infatti venduto nel 2019 circa 368 mila vetture con un fatturato di 23 miliardi di dollari, un decimo rispetto ai suoi concorrenti. Qualcuno parla di una bolla speculativa destinata a scoppiare presto, qualcun altro ritiene che anche se non si tratta di una bolla siamo comunque davanti a una società il cui valore delle azioni è ampiamente sopravvalutato. Secondo voi?
Marco
https://www.ilpost.it/2020/01/25/valore-azioni-tesla-bolla/
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2020-01-25 14:00:34
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