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Libro di Cielo – Volume 13 Luisa Piccarreta Giugno 2, 1921 | INFO Divina Volontà

Libro di Cielo – Volume 13 Luisa Piccarreta
Giugno 2, 1921
Gesù nel venire sulla terra quasi nulla o pochissimo disse della sua Volontà.
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Mi sentivo molto oppressa, ché mi hanno detto di voler mettere in stampa tutto ciò che il mio dolce Gesù mi aveva manifestato sul suo Santissimo Volere, ed era tanta l’angustia, che mi sentivo anche agitata; ed il mio dolce Gesù nel mio interno mi diceva:
“Vuoi tu arbitrarti? Bella questa! Solo [per]ché un maestro ha voluto dettare ad un alunno una sua dottrina, non può rendersi pubblica la dottrina né il bene che si può fare con essa? Questo sarebbe assurdo, e dispiacere il proprio maestro; e poi di te non c’è nulla, ma tutta è dottrina mia, tu non sei stata altro che una scrivana. E solo perché ho scelto te vorresti seppellire i miei insegnamenti, e quindi anche la mia gloria?”
Ma con tutto ciò io mi sentivo inquieta, ed il mio sempre amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha cinto il collo col suo braccio, e stringendomi forte mi ha detto:
“Figlia diletta mia, chetati, chetati e rendi contento il tuo Gesù”.
Ed io: “Amor mio, è troppo duro il sacrifizio. Al solo pensare che tutto ciò che è passato tra te e me deve uscire fuori, mi sento morire e mi crepa il cuore per il dolore. Se ho scritto è stato solo per ubbidire e per il timore che tu potresti dispiacerti; ed ora vedi in che labirinto mi getta l’ubbidienza. Vita mia, abbi pietà di me e mettici la tua santa mano”.
E Gesù: “Figlia mia, e se io lo voglio il sacrifizio, tu devi essere pronta a farlo né devi negarmi nulla. Or tu devi sapere che io nel venire sulla terra venni a manifestare la mia dottrina celeste, a far conoscere la mia umanità, la mia patria e l’ordine che la creatura doveva tenere per raggiungere il cielo, in una parola il Vangelo; ma della mia Volontà quasi nulla o pochissimo dissi, quasi la sorvolai facendo solo capire che la cosa che più m’importava era la Volontà del Padre mio. Dei suoi pregi, della sua altezza e grandezza, dei grandi beni che la creatura riceve col vivere nel mio Volere, quasi nulla dissi, perché la creatura, essendo troppo bambina nelle cose celesti, non avrebbe capito nulla; solo le insegnai a pregare: Fiat Voluntas tua, sicut in coelo et in terra, affinché si disponesse a conoscere questa mia Volontà per amarla e farla, e quindi ricevere i beni che essa contiene.
Ora ciò che dovevo fare allora, gli insegnamenti che dovevo dare a tutti sulla mia Volontà li ho dati a te; sicché il farli conoscere non è altro che supplire a ciò che dovevo fare io stando in terra, come compimento della mia venuta. Quindi non vuoi tu che compisca lo scopo della mia venuta sulla terra? Perciò lascia fare a me; io vigilerò tutto e disporrò tutto, e tu seguimi e statti in pace”.