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“Le sofferenze, le croci sono come tante citazioni che io invi | INFO Divina Volontà

“Le sofferenze, le croci sono come tante citazioni che io invio alle anime”
“Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato…” (Lc 12,58)
22/10/2021
Lc 12,54-59
54Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: «Arriva la pioggia», e così accade. 55E quando soffia lo scirocco, dite: «Farà caldo», e così accade.
56Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? 57E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
58Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. 59Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Questa mattina sentendomi molto sofferente, coll’aggiunta della sua privazione; onde dopo avere molto stentato, appena per pochi istanti è venuto e mi ha detto:
“Figlia mia, le sofferenze, le croci sono come tante citazioni che io invio alle anime; se l’anima accetta queste citazioni, sia che siano citazioni che avvisano l’anima a pagare qualche debito, sia che sia avviso per fare qualche acquisto per la vita eterna, se l’anima mi risponde col rassegnarsi alla mia Volontà, col ringraziarmi, coll’adorare le mie sante disposizioni, ci mettiamo subito in accordo e l’anima eviterà tanti inconvenienti che corrono: d’essere citata di nuovo, di mettere avvocati, farne la causa e di subire la condanna del giudice.
Solo rispondere alla citazione con la rassegnazione e con il ringraziamento supplirà a tutto questo, perché la croce le sarà citazione, avvocato e giudice, senz’altro bisogno per prendere possesso del regno eterno.
Se poi non accetta queste citazioni, pensalo tu stessa in quanti abissi di sciagure, d’impicci si getta l’anima, e qual sarà il rigore del giudice nel condannarla per avere sfuggito la croce per giudice tanto più mite, più compassionevole, più inclinato ad arricchirla anziché giudicarla, più intento ad abbellirla anziché condannarla.” (dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta – vol. 6; Marzo 5, 1904)