2022-07-24 18:28:38
PERSONE NON GRATE. Viene spontaneo porsi qualche domanda su ciò che avviene da tempo, a scadenze regolari, nell’elitaria località alpina di Davos dove è solita riunirsi la “crème de la crème” globalista. Se si considera la violenza criminale di fondo insita nel progetto del World Economic Forum - lastricato di menzogne camuffate da “buone intenzioni” - ci si chiede perché il governo elvetico ne consenta i ciclici summit sul proprio territorio, senza valutarne appieno o, peggio, disconoscendone i deleteri effetti planetari.
Al netto del fin troppo scontato e collettivo stato di soggezione, o peggio, di sudditanza verso la potenza economica delle élites, cosa impedisce al governo della Confederazione di dichiarare tutti i componenti la cricca del WEF “persone non grate”, impedendo a costoro l'entrata sul suolo svizzero oppure espellendoli se già residenti? Non fosse altro che per ragioni etiche o di principio.
Al contrario, nel lungo periodo epidemico da sars-cov-2 di cui ancora, peraltro, nemmeno si vede la fine, svariate decisioni politiche assunte da Berna fanno temere che la Svizzera abbia abdicato alla sua storica, proverbiale neutralità per reggere lo strascico ai fautori del 'great reset’; quel ristretto manipolo di epigoni delle trascorse dittature che pretende di schiavizzare le masse, eliminando progressivamente ogni traccia di civiltà e di libera espressione dell’animo umano.
Constatato, peraltro, con soddisfazione come siano state apportate di recente alcune essenziali, sacrosante modifiche alla lista di doveri e responsabilità dei medici ‘siringatori’ svizzeri, si attendono adesso altre analoghe esemplari decisioni di Palazzo Federale in direzione della tutela universale dell'Uomo, del Diritto e della Giustizia.
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