2022-08-25 19:11:43
Il vero nemico della democrazia è il caos.
E noi, siamo alleati della democrazia oppure del caos? Siamo agenti della ragionevolezza oppure del disordine? Non si tratta di una dicotomia da poco.
Il filosofo Justin Smith, riportandoci con la memoria alla campagna elettorale per le presidenziali USA 2016, scrive: "Lo scopo dell’operazione russa era di seminare il disordine e indebolire l’establishment politico americano, e i suoi agenti hanno capito che sostenere le cause di sinistra nello stesso momento in cui sostenevano Trump era il modo migliore di farlo. In questo la Russia ha seguito l’esatta strategia già elaborata durante la crisi greca, nella quale i suoi agenti hanno sostenuto sia il partito Syriza di estrema sinistra che il neonazista Alba Dorata. L’obiettivo non era tanto un trionfo repubblicano, quanto diffondere il caos, e in questo hanno evidentemente avuto successo. A differenza degli elettori americani traviati, hanno capito che Trump non era in senso alcuno un repubblicano, ma piuttosto un agente del caos. E così gli agenti dei servizi segreti russi hanno usato i social media, o, più precisamente, hanno pagato dei giovani laureati russi per lavorare per la loro causa fabbricando like in una centrale di troll a San Pietroburgo. E ben presto i troll russi sono riusciti a spingere gli americani su Twitter e Facebook a discutere, condividere e mettere dei like ai contenuti su tutti i tipi di temi sensibili."
In questi giorni stiamo lasciando che le nostre bacheche (e, soprattutto, le nostre menti) vengano intasate da discussioni che rasentano il ridicolo e alimentano il disordine: la guerra semiotica sul concetto di "devianze" (da un lato chi dimentica la differenza tra devianza e malattia, dall'altro chi fa lo stesso con l'hashtag #vivaledevianze); la battaglia iconografica sulla premier finlandese e l'indignazione da parte di evidenti pornofili incalliti sull'inopportunità di danze e foto con seni esposti; il conseguente richiamo alla memoria della tragicommedia denominata "Papeete" e tutto ciò che ne consegue... di fronte a tutto questo mi pare che la risposta sia chiara: siamo agenti del caos, veri nemici della democrazia.
Questi dibattiti non ci permettono di fare un solo passo in avanti nel creare le giuste condizioni per un processo democratico ed elettorale consapevole. L'unico effetto di questo rumore è impedirci di discernere chiaramente quali sono i temi su cui impegnare veramente i nostri pochi neuroni disponibili.
Ora, credo che questo appello rimarrà inascoltato e forse soppesato dai miei quattro lettori, ma riflettiamo su questo: a chi giova il coinvolgimento di TUTTI (opinionisti, giornalisti, influencer, politici, normali utenti e lettori, tabaccai e produttori di meme) in questioni di tale bassezza intellettuale spacciati per argomenti di fondamentale importanza? Risposta: giova solo a chi vuol veder indebolita la nostra capacità di comprendere e dunque difendere il sistema democratico di cui ragionevolmente condividiamo i benefici, tra oneri ed onori. Sommersi da urla, meme, schiamazzi, chiacchiere e like, perdiamo cognizione del terreno su cui tutti poggiamo i piedi e diventiamo stupidi.
L'appello quindi è il seguente: non lasciamoci coinvolgere nelle puttanate che "fanno trend" e lasciamo correre il tentativo di farci occupare da problemi di preoccupante irrilevanza. Ma soprattutto: isoliamo coloro che persistono nel nutrire tali dibattiti rumorosi e vacui, così come isoleremmo il conoscente fastidioso che durante una partita di Risiko non fa altro che scoreggiare con le ascelle e trastullarsi l'ombelico mentre canta una versione storpiata di "Bella ciao!"
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