Get Mystery Box with random crypto!

Le cinque fiabe più famose di #Fedro n.64 Tot La Volpe e l’U | Fiabe per tutti

Le cinque fiabe più famose di #Fedro

n.64 Tot

La Volpe e l’Uva

Una volpe affamata arrivò davanti a una pergola carica di uva. Fece molti tentativi con balzi e rincorse ma l’uva era troppo in alto e non riuscì a mangiarne: “Non è matura”, borbottò, “Acerba non mi va”. E se ne andò.
Chi minimizza ciò che non sa fare ripensi a questa favola, è per lui.
La morale della favola è fin troppo evidente: è dedicata a chi usa minimizzare le proprie incapacità e – invece di impegnarsi – lascia le cose come stanno pensando che non serva dedicarsi ad un miglioramento personale.

Il cane fedele

Chi diventa generoso all’improvviso piace agli sprovveduti, ma non inganna chi conosce la vita.
Un ladro a notte fonda gettò un buon boccone a un cane per farselo amico:
“Oh – abbaiò il cane – vuoi chiudermi la bocca perché non svegli il mio padrone? Starò invece molto attento affinché tu non ci guadagni!”
Anche nel caso di questa brevissima favola la morale è evidente: se si è attenti e lungimiranti non ci si lascerà ingannare da false promesse. D’altra parte una generosità improvvisa ed immotivata può “conquistare” gli sprovveduti ma non chi si affida al ragionamento e all’esperienza.

La rana scoppiata ed il bue

Chi non ha possibilità e vuole imitare il potente, finisce male.
Un giorno la rana vide un bue al pascolo e presa da invidia per tanta grandezza gonfiò la pelle rugosa. Poi chiese ai suoi figli se fosse più grossa del bue : risposero di no. Tese di nuovo la pelle con sforzo maggiore e chiese ancora chi fosse più grande; risposero : il bue. Alla fine, esasperata, mentre cercava di gonfiarsi ancora di più, il suo corpo scoppiò e così morì.
Le manie di grandezza sono deleterie: ecco la morale della favola di Fedro. E se si cerca di atteggiarsi a ciò che non si è, senza restare umili, si rischia di finire male.

I due muli da soma

Due muli andavano con un carico sul dorso. Uno portava denaro e gioielli, l’altro due sacchi di orzo. Il primo marciava eretto, fiero, e ostentava sonagli luccicanti, mentre l’altro seguiva quieto e placido.
All’improvviso furono assaliti dai briganti che si gettarono sul mulo ricco, malmenandolo, e gli strapparono il prezioso carico. Al modesto carico di orzo nessuno fece caso.
Il derubato piangeva disperato, ma l’altro disse: “Sono felice di contare poco: nessuno mi ha ferito e niente ho perduto.”
La ricchezza è soggetta a molti rischi, chi possiede poco è più sicuro.
Ostentare ricchezza, opulenza e benessere senza dare una mano a chi ha bisogno e vive in povertà è il modo migliore per attirare calamità. Infatti, l’umiltà così come la gentilezza sono doti da coltivare. Proprio questo insegna questa favola latina, ancora oggi estremamente valida.

Il lupo ed il cane

Quanto sia dolce la libertà, voglio esporlo in breve.
Un lupo magro e affamato incontra un cane ben pasciuto.
“Da dove vieni così lucido e bello ? Cosa mangi per mantenerti così ? Io sono più forte ma patisco la fame”
“Puoi star bene anche tu se vuoi, basta che presti lo stesso servizio al padrone”
“Quale servizio ?”
“Custodire la casa di notte e spaventare i ladri”
“Ma io ci sto ! Sono stanco di questa vita di stenti. Deve essere bello avere un tetto e riempirsi la pancia senza cacciare. Vengo con te.”
Cammin facendo il lupo vide che il collo del cane era un po’ segnato: “Cos’è quel segno ? “
“Oh .. non è niente”
“Mi interessa sapere”
“Qualche volta, mi tengono legato, perché possa riposare durante il giorno, e rimanere sveglio durante la notte. Ma alla sera posso girare liberamente, e mi danno da mangiare”
“Ma se si ha voglia di uscire si ha il permesso ?”
“Ogni volta che si vuole … no.”
“Addio amico, preferisco mangiar poco in libertà che molto in prigionia”.

Il valore inestimabile della libertà emerge prepotentemente tra le righe di questo dialogo tra un cane con collare e catena – seppur con la pancia piena – e un lupo libero di vivere la propria vita – anche subendo dei disagi. Anche oggi questo valore è importantissimo e purtroppo si tende spesso a dimenticarlo.