Get Mystery Box with random crypto!

Ma i guerrieri gli erano ostili e si auguravano che andasse al | Fiabe per tutti

Ma i guerrieri gli erano ostili e si auguravano che andasse all’inferno. “Come andrà a finire?” dicevano fra loro. “Se attacchiamo lite e lui mena botte, ne cadono sette a ogni colpo. Noialtri non possiamo fargli fronte!” Si risolsero quindi ad andare tutti insieme dal re, lo pregarono di congedarli e dissero: “Non siamo fatti per resistere a un uomo così forte”. Il re era spiacente di dover perdere tutti i suoi servi a causa di uno solo, se ne sarebbe sbarazzato volentieri e rimpiangeva il momento in cui l’aveva incontrato. Ma non osava congedarlo, perché‚ temeva ch’egli l’uccidesse con tutto il suo popolo e occupasse il trono. Meditò a lungo e alla fine ebbe un’idea: mandò a dire al piccolo sarto che, siccome egli era un così grande eroe, voleva fargli una proposta. In un bosco del suo regno c’erano due giganti che facevano gran danno con rapine, assassinii, incendi; nessuno poteva avvicinarli anche se armato. Se egli li avesse uccisi, gli avrebbe dato sua figlia in sposa e metà del regno per dote; inoltre cento cavalieri l’avrebbero accompagnato per dargli manforte.

“Sarebbe un bel colpo per un uomo come te” pensò il piccolo sarto. “Una bella principessa e un mezzo regno non sono mica male!” “Oh, sì” rispose “i giganti li domerò e i cento cavalieri non mi occorrono: chi ne abbatte sette in un colpo non può temerne due.” Così si mise in cammino e, quando giunse al limitare della foresta disse ai cavalieri: “Rimanete fuori, con i giganti me la sbrigherò io” Entrò e guardò di qua e di là. Finalmente li trovò entrambi che dormivano sotto un albero e russavano tanto da far oscillare i rami. “Il gioco è fatto!” disse il piccolo sarto; si riempì le tasche di pietre e salì sull’albero. Poi incominciò a gettare una pietra dopo l’altra sul petto di uno dei due giganti, fino a quando questi si svegliò stizzito, urtò il compagno e disse: “Ehi, perché‚ mi batti?”. “Tu sogni” rispose l’altro “non ti batto affatto.” Stavano di nuovo per addormentarsi, quando il piccolo sarto gettò al secondo una pietra sul petto; quello saltò su e disse: “Cosa hai intenzione di fare, cosa mi getti?”. “Non ti getto proprio nulla” disse il primo. Litigarono per un po’ ma, siccome erano stanchi, lasciarono stare e chiusero di nuovo gli occhi. Allora il piccolo sarto ricominciò il suo gioco, scelse la pietra più grossa, e la gettò con tutte le sue forze sul petto del primo gigante che gridò: “Questo è troppo!”, saltò su come un pazzo e picchiò il compagno. All’altro non andò a genio e lo ripagò di ugual moneta; allora si infuriarono tanto che divelsero gli alberi, e si azzuffarono finché‚ caddero morti.

“Meno male” disse il piccolo sarto “che non hanno divelto l’albero su cui stavo, sennò avrei fatto un brutto salto!” Scese poi allegro dall’albero, sfoderò la spada e, in tutta tranquillità, affibbiò loro qualche bel fendente nel petto, poi andò dai cavalieri. “Là giacciono i due giganti” disse. “Ho fatto loro la festa, ma ci voleva proprio uno che ne abbatte sette in un colpo, perché, messi alle strette, hanno ancora divelto degli alberi!” “Siete ferito, per caso?” domandarono i cavalieri. “Ci vuol pratica” rispose il piccolo sarto “ma non mi hanno torto un capello.” I cavalieri non volevano credergli e s’inoltrarono nella foresta: trovarono i giganti immersi nel loro sangue, e intorno gli alberi divelti. Allora essi si meravigliarono ed ebbero ancora più paura del piccolo sarto perché‚ non dubitavano che li avrebbe uccisi tutti qualora gli fossero stati nemici.