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Barbablù Una fiaba #classica n. 57 Tot. C’era una volta un | Fiabe per tutti

Barbablù

Una fiaba #classica

n. 57 Tot.

C’era una volta un uomo, il quale aveva palazzi e ville principesche, e piatterie d’oro e d’argento, e mobilia di lusso ricamata, e carrozze tutte dorate di dentro e di fuori.

Ma quest’uomo, per sua disgrazia, aveva la barba blu: e questa cosa lo faceva così brutto e spaventoso, che non c’era donna, ragazza o maritata, che soltanto a vederlo, non fuggisse a gambe dalla paura.

Fra le sue vicinanti, c’era una gran dama, la quale aveva due figlie, due occhi di sole.

Egli ne chiese una in moglie, lasciando alla madre la scelta di quella delle due che avesse voluto dargli, ma le ragazze non volevano saperne nulla e se lo palleggiavano dall’una all’altra, non trovando il verso di risolversi a sposare un uomo, che aveva la barba blu.

La cosa poi che più di tutto faceva loro ribrezzo era quella, che quest’uomo aveva sposato diverse donne e di queste non s’era mai potuto sapere che cosa fosse accaduto.

Fatto sta che Barbablù tanto per entrare in relazione, le menò, insieme alla madre e a tre o quattro delle loro amiche e in compagnia di alcuni giovinotti del vicinato, in una sua villa, dove si trattennero otto giorni interi.

E lì, fu tutto un metter su passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini, merende; nessuno trovò il tempo per chiudere un occhio, perché passavano le nottate a farsi fra loro delle celie: insomma, le cose presero una così buona piega, che la figlia minore finì col persuadersi che il padrone della villa non aveva la barba tanto blu, e che era una persona ammodo e molto perbene.

Tornati di campagna, si fecero le nozze.

In capo a un mese, Barbablù disse a sua moglie che per un affare di molta importanza era costretto a mettersi in viaggio e a restar fuori almeno sei settimane che la pregava di stare allegra, durante la sua assenza; che invitasse le sue amiche del cuore, che le menasse in campagna, caso le avesse fatto piacere: in una parola, che trattasse da regina e tenesse dappertutto corte bandita.

“Ecco”, le disse, “le chiavi delle due grandi guardarobe: ecco quella dei piatti d’oro e d’argento, che non vanno in opera tutti i giorni, ecco quella dei miei scrigni, dove tengo i sacchi delle monete, ecco quella degli astucci, dove sono le gioie e i finimenti di pietre preziose, ecco la chiave comune, che serve per aprire tutti i quartieri. Quanto poi a quest’altra chiavicina qui, è quella della stanzina, che rimane in fondo al gran corridoio del pian terreno. Padrona di aprir tutto, di andar dappertutto: ma in quanto alla piccola stanzina, vi proibisco d’entrarvi e ve lo proibisco in modo così assoluto, che se vi accadesse per disgrazia di aprirla, potete aspettarvi tutto dalla mia collera.”

Ella promette che sarebbe stata attaccata agli ordini: ed egli, dopo averla abbracciata, monta in carrozza, e via per il suo viaggio.

Le vicine e le amiche non aspettarono di essere cercate, per andare dalla sposa novella, tanto si struggevano dalla voglia di vedere tutte le magnificenze del suo palazzo, non essendosi arrischiate di andarci prima, quando c’era sempre il marito, a motivo di quella barba blu, che faceva loro tanta paura.

Ed eccole subito a sgonnellare per le sale, per le camere e per le gallerie, sempre di meraviglia in meraviglia.

Salite di sopra, nelle stanze di guardaroba, andarono in visibilio nel vedere la bellezza e la gran quantità dei parati, dei tappeti, dei letti, delle tavole, dei tavolini da lavoro, e dei grandi specchi, dove uno si poteva mirare dalla punta dei piedi fino ai capelli, e le cui cornici, parte di cristallo e parte d’argento e d’argento dorato, erano la cosa più bella e più sorprendente che si fosse mai veduta.

Esse non rifinivano dal magnificare e dall'invidiare la felicità della loro amica, la quale, invece, non si divertiva punto alla vista di tante ricchezze, tormentata, com'era, dalla gran curiosità di andare a vedere la stanzina del pian terreno.

E non potendo più stare alle mosse, senza badare alla sconvenienza di lasciar lì su due piedi tutta la compagnia, prese per una scaletta segreta, e scese giù con