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Sulle 'riaperture' Siamo arrivati alla data di termine dell' | Ferrovieri per la Costituzione

Sulle "riaperture"


Siamo arrivati alla data di termine dell'emergenza sanitaria dichiarata il 31 gennaio 2020.

Fin da subito contestammo l'utilizzo del codice della protezione civile per istituire uno stato d'emergenza che sarebbe, evidentemente, durato a lungo.
Lo stato d'emergenza non è previsto in Costituzione perché potrebbe determinare un aggiramento delle procedure democratiche con un pericoloso accentramento di poteri.
Nemmeno quanto stabilito nel codice della protezione civile è stato rispettato, visto che la durata massima poteva essere di 12+12 mesi e siamo invece arrivati a 26.
Soprattutto non è democraticamente accettabile che si sia utilizzata l'emergenza per uscire dai perimetri costituzionali; un conto è utilizzare determinati strumenti in casi di necessità e urgenza per la gestione di contingenze improvvise, un altro è concentrare poteri e attivare – per anni – procedure non previste nella Costituzione con la compressione – fino all'abolizione – di diritti inalienabili e non a disposizione all'Autorità (e il bilanciamento dei diritti non prevede la "tirannia" di uno su tutti gli altri).
Si è creato un terribile precedente.

Con il c.d. "Decreto Riaperture", purtroppo e nonostante il nome del provvedimento, non si tornerà a una situazione di normalità: molte delle restrizioni rimarranno ancora in vigore.
Mentre molti festeggiano, noi, invece, siamo più amareggiati che mai: se delle misure adottate durante un'emergenza – con tutti i vizi del caso – permangono anche al cessare di questa, le preoccupazioni sono più che motivate.
Questa nuova fase rappresenta di fatto una normalizzazione di dinamiche emergenziali, che dovrebbero essere, invece, per definizione, transeunti.

Come denunciammo fin dall'inizio, era chiaro che il green pass, tra tutti i provvedimenti, fosse quello destinato a resistere nel tempo.
Già dalla sua introduzione, per noi, non era una misura accettabile, poiché andava a violare diritti naturali costituzionalmente riconosciuti (tra l'altro senza alcuna valenza sanitaria).
Se prima era inaccettabile, ora, che rimanga attivo – solo in Italia – anche a emergenza cessata, è folle.
Siamo convinti che anche se nei prossimi mesi venisse accantonato, esso sarebbe sempre pronto a ritornare in campo – senza discussione parlamentare, scommettiamo – per i più disparati motivi.

Finisce formalmente, per ora, quest'emergenza (e già ne è iniziata una nuova).
Siamo nella cosiddetta nuova normalità – che di normale non ha nulla – propagandata fin dalle primissime fasi della pandemia.
Non abituiamoci.


FplC, 31 marzo 2022