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Sulla guerra in Ucraina Un argomento spinoso ma cogente. Spe | Ferrovieri per la Costituzione

Sulla guerra in Ucraina


Un argomento spinoso ma cogente. Speriamo di non venire fraintesi né che le nostre parole vengano strumentalizzate.


In questa ennesima crisi, questa volta bellica, vediamo ripetersi gli stessi schemi ai quali siamo tristemente abituati: banalizzazione, mistificazione, manicheismo, propaganda.

Non è nostra intenzione schierarci (siamo sempre e solo per la pace e dalla parte dei Popoli tutti) e non intendiamo, qui, fare un'analisi della controversia (iniziata molto prima del 24 febbraio scorso).
La guerra – badate bene però – non è semplicisticamente tra forze del bene e forze del male e, per quanto essa sia terribile, non è priva di una propria perversa razionalità: non credete alla classica retorica – ad usum Delphini – della reductio ad Hitlerum, alla follia del potente dello "Stato canaglia" di turno che aggredisce a casaccio preda solamente della sua malvagia volontà di potenza (l'imperialismo è, tra l'altro, storicamente appannaggio degli occidentali).
Le questioni sono, sempre, assai più complesse. Compreso questo, resta da indagarle a fondo. Da ciò che sentiamo e leggiamo, in troppo pochi lo fanno.
Occorre comprendere le ragioni storiche, strategiche, geopolitiche, egemoniche ed economiche del conflitto, e le conseguenze che ne scaturiranno.

La guerra, comunque, rimane sempre sbagliata; noi – senza ipocrita doppiopesismo – le condanniamo tutte.
Anche questa volta stiamo dalla parte della Costituzione: essa ripudia il conflitto come strumento di risoluzione delle controversie internazionali (e armare una delle parti non è affatto un atto neutrale né privo di ripercussioni).
Per sostenere la pace non si può appoggiare alcuna guerra, l'unico strumento – per far cessare il fuoco al più presto – è la diplomazia.

Il nostro non è pilatismo né cinismo: siamo solidali con i cittadini ucraini, tanto con quelli del Donbass, quanto con quelli dei Paesi che – pur non direttamente impegnati nello scontro – ne subiranno le ricadute (Italia in primis).
Le vittime di ogni guerra sono sempre le popolazioni (oltre alla verità, come recita il noto aforisma).

Vi esortiamo ad approfondire, possibilmente su mezzi d'informazione che non siano quelli della "classe dominante" (come Gramsci suggerì agli operai già oltre un secolo fa).

Questa fase storica, densa di avvenimenti epocali, ci porterà ad un mondo diverso da quello che conoscevamo; per non trovarsi impreparati c'è un grande bisogno di impegno e di pensiero complesso e critico.


«La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano» (Paul Valéry)


FplC, 12 marzo 2022