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E) Continua a non conoscere le tesi che tuttavia scarta senza | Dissensomedico - Fabio Franchi

E) Continua a non conoscere le tesi che tuttavia scarta senza tentennamenti. Fa benissimo a rifiutare il confronto, che avrebbe avuto senso nel 2020, non ora. Ora è facile: abbiamo persino saputo come vi fossero brevetti sulle "sequenze specifiche" del virus e relativi vaccini anni prima della sua nascita nel dicembre 2019, e perciò rischierebbe di fare una figura poco entusiasmante. Sappiamo che persino il prof Vanni Frajese si accorse qualche mese fa che tutto il castello (COVID causato da un nuovo virus) rischiava di crollare a causa di uno studio che aveva appena scoperto. Ebbene, studi simili a quello, che si integrano perfettamente con quanto da me affermato, li avevo descritti e spiegati già nel 2020 (https://sfero.me/article/-prof-vanni-frajese-si-avvicina)
F) Nella “spike” manca solo l’artiglio di serpente e la coda di diavolo della Tasmania. La dottoressa afferma che nella "spike" ci sarebbero ANCHE frammenti di ben 8 differenti tossine (di serpenti, della lumaca di mare, del virus della rabbia, altre sconosciute). Che senso ha? Se anche avessi un frammento somigliante al bullone di una bomba, dovrei aver paura che esso mi esploda in mano? Il codice genetico è costituito da gruppi di 4 lettere che codificano per uno degli aminoacidi. Con lunghe sequenze di nucleotidi è inevitabile trovare somiglianze a caso. Non si può prendere un frammento per avere la funzione del tutto! Il nostro corredo genetico si differenzia solo del 30% da quello dell'elefante. E allora? Dovremmo temere che ai nostri figli cresca la proboscide?
E poi il "virus della rabbia" non mi risulta che produca tossine. Ne produce? Sarebbe una novità. Mi ricorda Robert Gallo, che ad un certo punto giunse ad ipotizzare che l' "HIV" avesse anche l'effetto del veleno dello scorpione!
G) Ancora con questa spike: dice che sia la parte tossica del virus e che sia riprodotta uguale dal vaccino.
Pensate bene: nel 2020 c’erano soggetti asintomatici la cui “carica virale” non si differenziava da quella degli ammalati, e poteva essere altissima (così dicevano). Se la spike è una tossina, allora l’effetto è proporzionale alla quantità, perciò non avrebbero dovuto esserci soggetti asintomatici con alta “carica virale”, giusto? Invece ce n’erano, e allora? Bisogna spiegare, non sorvolare su riscontri imbarazzanti per la teoria sostenuta.
Ben differente la situazione del vaccino, con il quale non viene iniettata la “spike”, qualunque cosa essa sia, ma materiale tossico che rende ragione dei peculiari effetti collaterali.
Che quanto stava succedendo non potesse essere spiegato dalla teoria virale lo ammise anche il prof Paolo Bellavite in una conversazione privata con me (nel marzo-aprile 2021), ma per iscritto mi ha invece sempre contestato (vedere il suo commento e mia replica sotto l’intervista della Locati (https://blog.ilgiornale.it/locati/2023/03/10/covid-vi-svelo-tutto-linganno/)
Concludo queste note affermando che la scienza è anche obbligante: bisogna prender atto quando una teoria è morta e rassegnarsi a farle il funerale. Mantenere in piedi un virus inesistente serve solo a mantenere una “fine discussione mai” e preparare il terreno per il prossimo giro di giostra. I virus keepers (parte 4- fine)