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(continua dal precedente) | Dissensomedico - Fabio Franchi

(continua dal precedente) B) La Dott.ssa pensa che l'isolamento virale debba essere fatto "secondo i protocolli di Koch". E qui cade nell’equivoco: è vero che nei postulati (non protocolli) si parla di isolamento, ma ciò è riferito al riconoscimento della presenza di un germe e del suo ruolo causale in una particolare patologia. Si tratta appunto capire se un germe, già conosciuto e già isolato in precedenza (al fine della precisa caratterizzazione e messa a punto dei test) possa essere ritenuto responsabile. Quindi bisogna distinguere a quale isolamento ci si riferisca. I postulati, semplici regole logiche, non hanno il fine di prima identificazione. Dopo quest’ultima, si passa ad essi: il microrganismo infatti potrebbe essere ritrovato ma essere un semplice “passeggero”. Da tre anni chiedo a destra ed a manca dove vi siano entrambe tali distinte dimostrazioni. Finalmente ho avuto le risposte che non ha saputo darmi nessun altro (né la Bolgan, né Bellavite, né Citro, né Tritto, ecc): l’ho avuta dalla AI (Intelligenza Artificiale), commenterò nel prossimo post.
C) Prima di potersi presentare al suo cospetto, bisogna aver prima pubblicato su qualche rivista importante le proprie tesi critiche (o che l’abbia fatto qualcun altro). Può stare tranquilla: la stretta censura degli editori continuerà ad impedirlo così da giustificare la perseveranza nello snobbare gli argomenti per lei scomodi. Quelli sul NEJM, magari proposti dai ricercatori legati alle case farmaceutiche, vanno bene, sono degni di discussione.
D) Tutto quanto da lei richiesto è già stato fatto per l'AIDS (e pure per i “prioni”) ma non lo sa, infatti abbraccia fiduciosamente la versione mainstream. Io ho scritto molto sulla questione, anche con un saggio dal titolo inequivocabile: “AIDS la grande truffa” nel 1996. Non solo: mi è stata pubblicata anche un’ampia review “Alla ricerca del virus HIV” (In search of HIV) nel 1998, con 96 voci bibliografiche “a 5 stelle”! Il tutto è valido ancora oggi. Ho avuto anche pubblicazioni su altre riviste. I links di riferimento sono attivi sui miei profili. È importante analizzare il passato, perché gli stessi schemi, attuati nelle precedenti “pandemie”, sono stati usati per la COVID. Pure, riguardo quest’ultima, sono stato coautore di una critica demolitiva del lavoro di Corman-Drosten, sul relativo test PCR (tra gli altri autori c’è anche Mike Yeadon ex-dirigente Pfizer, e Stefano Scoglio). Sono stato tra i primi al mondo ad aver dimostrato la mancanza di correlazione tra microcefalia e Zika offrendo ipotesi alternative. Ed altro ancora. Ma son tutti titoli non sufficienti per gli alti standard richiesti dalla dottoressa.
(parte 3 - continua)