Get Mystery Box with random crypto!

La voce splendida e ambigua dell’intelligenza artificiale (seg | Disobbedienze

La voce splendida e ambigua dell’intelligenza artificiale (segue)

A furia di leggere impara a scrivere; procedimento che dovrebbe valere pure per gli uomini.
A furia di leggere, l’AI colma statisticamente i vuoti tra una parola e l’altra. Operazione non semplice in astratto, eppure stando a molti commentatori, la scelta del vocabolo esatto pare sia solo questione di tempo e di potenza di calcolo, con buona pace di Flaubert.
L’interazione, secondo alcuni non andrebbe chiamata intervista, tra la macchina e il suo creatore è la prova di una semplice equazione. Il rapporto quindi tra la quantità di parole possibili - più di un miliardo di miliardi - che hanno ingozzato LaMDA come una oca da foie gras inchiodata al pavimento di un data center, e quindi tra idee ricevute (idées reçues), logorrea dei blogger, luoghi comuni, Wikipedia, tra la bêtise e la singola parola esatta scelta dalla macchina per colmare un vuoto (le mot juste, sempre Flaubert che la cercava facendosi aiutare dall’orecchio), insomma la relazione tra questa immane massa di cose, lette e imparate, e una singola precisa parola, tra il tantissimo e il pochissimo, che riempie uno spazio bianco, si riduce a una mera relazione statistica.
La parola che colma il vuoto è quella che - con buona probabilità - doveva colmare quel preciso vuoto, rispettando il contesto, le premesse e con una certa dose di ironia…
Come fanno così tanti informatici a sottovalutare questo processo?
A non riconoscere la voce, per ora unica, e il valore delle parole scelte per lo spazio e l’intera pagina bianca da LaMDA?
Se penso alle ore che servono a trovare la parola giusta, scorgo una feroce invidia per la macchina che fa tutto in un baleno, grazie a una rete neurale che imita, oltre al linguaggio, anche il mio cervello senza le pesanti scorie di un’intera vita o d’una giornata qualsiasi.
«Il nuovo non si produce mai per semplice interpolazione del vecchio», ricorda uno scrittore dalla voce riconoscibile e attento allo sviluppo della tecnologia, come Michel Houellebecq. Dice una cosa che nella Silicon Valley chiamano con maggior trionfalismo crescita esponenziale (il volume The Exponential Age: How Accelerating Technology is Transforming Business, Politics and Society, scritto da Azeem Azhar), la sostanza è la stessa.
Nelle parole di Houellebecq e nel testo di Azhar compare l’ammonimento a osservare e interpretare il presente con categorie adatte alle circostanze: salti e non interpolazione, numeri immani e non gradualità. La velocità e la radicalità di alcuni processi hanno consentito a Google di produrre una macchina come LaMDA che ha ingannato molti di noi.
Coscienza o meno, chi l’avrebbe mai immaginato qualche anno fa?
Non ancora smentito, Blaise Agüera y Arcas, altro ricercatore di Google, ha scritto in un articolo per The Economist che «le reti neurali artificiali fanno passi avanti verso la coscienza».
Oggi sul Wall Street Journal compare un articolo in cui l’autore si chiede se l’America è pronta a vedere sfrecciare lungo le proprie autostrade i primi camion a guida autonoma. Un mezzo che «non sarà intelligente o adattabile come un essere umano, ma avrà sensi sovrumani e non avrà bisogno di riposare». Tra la lavatrice e Guerre Stellari, per tornare agli estremi utilizzati da Floridi, esiste uno spazio vasto, e bianco. E soprattutto, insieme alla tecnologia che sta dentro le macchine, insieme all’etica, che dovrebbe guidarne la progettazione, compare la reazione e il turbamento degli esseri umani, i quali si troveranno di fronte altri soggetti non umani e non senzienti, senza alcuna coscienza, ma che saranno addestrati a fare cose come guidare e conversare, ingannare o aiutare proprio quegli stessi - turbati - esseri umani.
Che reazione avranno?
Forse dovremmo riconoscere che ha ragione Lemoine, almeno nel suo essere stupito, colpito dall’eloquenza della macchina che egli ha addestrato. Se non ci meravigliamo oggi potremmo ricavarne qualche sorpresa domani.

(Disobbedienze su Telegram 3/3)