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MEZZO SECOLO. Probabilmente lo avrete già sentito al telegiorn | Fabrizio Cotza

MEZZO SECOLO.
Probabilmente lo avrete già sentito al telegiornale o letto tra le notizie di gossip.
Dopotutto non si parla d’altro, da giorni.
Ma se siete completamente fuori dal mondo (che conta) ve lo dico io:
oggi compirò mezzo secolo.

La prima difficoltà è stata trovare la candelina per la torta, con la scritta “mezzo secolo”.
La seconda è stata pensare a questo post, ovviamente autocelebrativo, perché non è mica facile arrivare a questa età mantenendo lo spirito di un “fanciullo scherzoso” (così mi chiama ancora adesso mio padre), nonostante le tante brutture che mi circondano.
E alcune sono davvero terribili.

La bruttura più grande è quella degli ipocriti. La finta bontà mi devasta più della cattiveria manifesta, e andrebbero condannati ai lavori forzati tutti coloro che usano termini come “l’amore universale” o “il bene collettivo” ma che non esitano un istante a schiacciare con gusto le libertà di chi ha idee e pensieri discordanti dalle proprie.

Subito dopo viene la bruttura dell’arroganza degli stupidi. Che unisce trasversalmente i laureati con 3 master e gli analfabeti più o meno funzionali. Li riconosci subito perché prendono frasi fatte, spesso simili ai tormentoni dei comici mediocri, e le ripetono atteggiandosi a grandi conoscitori di una materia.

Infine il cinismo, che ormai ha contagiato tutti noi, chi più chi meno. Per difesa, per aridità interiore o semplicemente per emulazione.
Guardiamo ciò che non va e pensiamo che dopotutto non dipende da noi, che la colpa è di altri e quindi non c’è nulla da fare.
Siccome non mi piace dover riconoscere di esserlo diventato anche io, ho trovato un escamotage: mi son detto che il mio non è cinismo ma difesa naturale. Sono solo selettivo, non insensibile. Preservo solo le mie energie, non sono un debosciato.

Perché in questo mio primo mezzo secolo di vita una cosa l’ho imparata bene: a giustificare tutti gli errori commessi, a trovare degli espedienti intellettuali raffinatissimi per assolvermi da tutto e a fare in modo che i carnefici fossero sempre gli altri.
Mi sono auto collocato tra i pochi veramente coerenti, generosi e intelligenti, con la classica spocchia di chi è pieno di complessi di inferiorità ma cerca di darsi un tono.
E qualche volta ci sono persino riuscito.
Anche grazie a qualcuno di voi, che mi ha benevolente incoraggiato, con parole affettuose, a proseguire nella scrittura delle mie cotzate.

I detrattori li ho bannati quasi tutti. Ne tengo qualcuno, giusto come gruppo di controllo, come si dovrebbe fare con un farmaco sperimentale.
Quando loro si palesano capisco di essere uscito dalla mia mediocrità. Se rimangono silenti è perché sono caduto anche io nell’ipocrisia, nella stupidità o nel cinismo. Esatto, proprio le 3 cose che maggiormente detesto negli altri. Che casualità, eh?

Ora, rileggendo questo lungo pippone mi sono reso conto che fa parte della categoria dei post che renderà silenti i miei detrattori. E quel che è peggio attirerà gli auguri di persone che non conosco, a cui forse sto intimamente anche antipatico (vi capisco, davvero) o che semplicemente lo faranno perché non possono non farlo, per educazione.

E quindi per coerenza dovrei cancellarlo. Ma la mia arrogante stupidità mi spingerà a pubblicarlo ugualmente e leggerò i commenti senza il bisogno di rispondere “grazie mille!” a tutti. E soprattutto eviterò di fare il post in cui elenco i numeri di quanti auguri ho ricevuto, con il classico “ringraziamento collettivo”.

Ebbene, il mio primo mezzo secolo ha prodotto questo ben misero risultato. Quindi “pregate per me”, come ripete spesso il finto Papa.
Ma per me fatelo davvero.